Altra settimana insipida, chiusa purtroppo con la notizia della scomparsa dell’architetto Alfiero Antonini, un forestiero diventato civitavecchiese fino in fondo, essendosi fatto apprezzare non solo per le doti professionali, ma anche per quelle umane: sempre educato, mai arrogante, serio e non “pupazzesco” e, soprattutto, rispettoso della realtà dove si trovava.
Per il resto, l’unico argomento degno di nota rappresentato dal dibattito che si è aperto sul cosiddetto “Bosco Enel”, ovvero sui 53 ettari a ridosso della centrale che l’Enel è stata costretta, sborsando qualche milione di euro, a riempire di alberi per fare in modo che assorbissero l’anidride carbonica prodotta dalle centrali e da altre fonti inquinanti e producessero un po’ di ossigeno.
Adesso gli alberi potrebbero essere eliminati da quell’area, che sarebbe completamente asfaltata per essere messa a disposizione di una grande società dell’automotive che ha intenzione di trasformarla in un mega-parcheggio di autovetture nuove, simile ad altri che si trovano a ridosso della zona industriale. Si tratta di uno dei soli cinque progetti presentati per il post-carbone che, secondo i promotori, potrebbe garantire una discreta ricaduta occupazionale, nell’ordine di duecento unità lavorative.
Come spesso è accaduto e accade, la proposta ha provocato la nascita di due partiti, ovvero i favorevoli e i contrari. Questi ultimi hanno avviato una petizione popolare, che ha già raccolto quasi duemila adesioni, nella quale chiedono al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di non disporre la morte del “Bosco Enel”, “autentico polmone verde della città”. Dal canto suo, l’amministrazione comunale, in un comunicato stampa che avrebbe fatto impallidire il mitico Jader Iacobelli (quello che nel 1958, al telegiornale dell’unica rete presente in quel tempo, diede notizia dell’approvazione della Legge Merlin senza mai pronunciare le parole “case di tolleranza”, “case chiuse”, “casini” e “bordelli”), sostiene di tenere al verde, al punto che è pronta a trasferire altrove le circa 14.000 piante per poter da una parte salvaguardare l’ambiente e dall’altra l’occupazione.
Che dire? L’unica cosa che viene da dire e che sarebbe opportuna è quella che a pronunciarsi siano direttamente i cittadini, nel modo più democratico possibile: un referendum. Se non andiamo errati è previsto dallo Statuto Comunale, ovvero dalla Costituzione cittadina. Farlo non dovrebbe essere complicato e neanche eccessivamente costoso e darebbe ai civitavecchiesi la possibilità e la responsabilità di scegliere. Niente di più democratico. Alla prossima.
2 Comments
giovanni
La cosa è molto semplice :
Aggiornare il costo di acquisto dell’area ad oggi
Aggiornare il costo della piantumazione degli alberi compreso il lavoro di bonifica dell’area.
Fare una offerta economica decente all’ENEL proprietaria dell’area e se accettata definire chi la dovrà manutenere tipo quello che si è fatto per il gasodotto nella Puglia dove si sono espiantate migliaia di piante di ulivi e poi ripiantarli nello stesso posto dopo che il gasodotto è stato reinterrato.
La cosa bestiale è che si è contrari all’espianto e ripiantarli in una zona definita da Civitavecchia e questo è solo qualcosa inventata solamente per danneggiare l’ENEL.
Con questi presupposti dovrebbero pensare bene ma molto bene a cosa deciderà ENEL dopo la chiusura di TVN sul riuso delle aree e fabbricati.
Marco g
Credo che gli alberi non vadano toccati e il Bosco gratuitamente ceduto alla città come era nello spirito della convenzione del 2003 .
D’altronde Enel ha costruito una mega centrale a carbone unica in Italia e i 20 milioni di euro spesi oggi sono lì un bosco bello e maturo al contrario di quanto dicono i soliti interessati che pubblicano foto del campo limitrofo alla scaglia.
Occupazione per il parcheggio prossima allo zero massimo 10 persone, tra vigilanza e altro pochi precari nel trasporto spesso di cooperative finte di Salerno recentemente assunti agni oneri della magistratura.
Se poi contano anche gli autisti delle bisarche per lo piu’ stranieri e residenti in altro Comune Soldi per la città Zero solo asfalto e bolle di calore estive.
Di questi regali li facciamo altrove abbiamo già dato.