Definire con il Ministero dello Sviluppo Economico la mappatura delle caratteristiche urbanistiche del territorio circostante l’area della centrale e collaborare con il Ministero dell’Ambiente per individuare una nuova area idonea a ospitare una superficie boschiva di 37 ettari, più vicina alla città e finalmente fruibile per i cittadini qualora l’utilizzo di tale area sia indispensabile. Sono i ruoli di cui è stato incaricato il comune di Civitavecchia dal Ministero dell’Ambiente per quel che riguarda il bosco Enel, tema che sta facendo molto discutere in città.
“Il 31 dicembre 2025 – scrivono da Palazzo del Pincio – segnerà la chiusura definitiva della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord. Questo risultato, ottenuto anche grazie alle battaglie di diversi esponenti di questa amministrazione, rappresenta la conclusione di un’epoca: non vi sarà alcuna nuova centrale inquinante a sostituirla, archiviando così definitivamente il capitolo delle centrali a Civitavecchia. Tuttavia, la chiusura porta con sé il rischio occupazionale per circa 800 lavoratori, una preoccupazione che non può essere ignorata.
Tra le prescrizioni connesse alla presenza della centrale, vi era la piantumazione di un bosco di 37 ettari. Purtroppo, a causa dell’inquinamento e delle difficili condizioni del terreno industriale adiacente al sito, questa area verde non è mai riuscita a svilupparsi completamente ed è stata dichiarata non fruibile dal Ministero. Come evidenziato nella relazione dell’Ingegner Guarascio della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale della Sapienza, Dipartimento Ingegneria Chimica, Materiali e Ambiente, il risultato è la presenza di un bosco che non è mai riuscito a crescere pienamente a causa delle condizioni compromesse del suolo.
L’amministrazione comunale si sta attivamente occupando del futuro dei lavoratori e del destino della prescrizione sul bosco. In tale contesto, siamo stati incaricati attraverso il Sindaco, dal Ministero, di partecipare con un duplice ruolo:
1. Definire con il Ministero dello Sviluppo Economico la mappatura delle caratteristiche urbanistiche del territorio circostante l’area della centrale.
2. Collaborare con il Ministero dell’Ambiente, sotto la responsabilità diretta dell’Assessore all’Ambiente Stefano Giannini, per individuare, una nuova area idonea a ospitare una superficie boschiva di 37 ettari, più vicina alla città e finalmente fruibile per i cittadini qualora l’utilizzo di tale area sia indispensabile.
«Abbiamo già registrato l’interesse di diversi investitori per l’area nei pressi della centrale, che potranno contribuire, almeno in parte, a rispondere al fabbisogno occupazionale» ha dichiarato il Sindaco. «Al tavolo di confronto con il Ministero dell’Ambiente, però, intendiamo insistere affinché la prescrizione sul bosco venga confermata, tenendo in considerazione anche gli appelli e le raccolte firme per la conservazione dell’area verde».
Pur con alcune perplessità rispetto a chi, tra i promotori della raccolta firme a salvaguardia del bosco, oggi promuove la conservazione dell’area dopo aver sostenuto anni fa l’inquinamento da carbone, non si rinuncerà a preservare ogni ettaro di verde previsto. L’assessore all’Ambiente Stefano Giannini ha sottolineato: «Qualora i terreni attuali si rendessero indispensabili per i progetti di investimento sul territorio e la salvaguardia del lavoro, sarà per noi imprescindibile individuare un nuovo sito per il bosco, in una zona più vicina alla città e realmente fruibile dalla cittadinanza, dove questa superficie verde possa finalmente crescere e svilupparsi senza le limitazioni attuali».
2 Comments
Massimo M.
Trasferire 37 ettari di bosco significa farne morire buona parte, con il risultato che bene che vada ne rimaranno 10, inoltre con costi stratosferici. Speriamo che il ministero dell ambiente fermi questa scelta scellerata e soprattutto speculativa
Marco g
Quanto dichiarato in merito alle difficoltà di crescita del Bosco non corrisponde a realtà.
Io personalmente ho visitato nei giorni scorsi il bosco e un bosco di 10 anni con piante di notevole dimensione e nel pieno sviluppo.
Non so come questi scienziati parlino ma lo avete visitato o tutto ciò che e’ Enel e’ cacca.
Dubito inoltre che sia attendibile lo studio Guarascio commissionato con l’unico obbiettivo di trovare il modo di dirottare risorse verso la giunta 5 stelle che apparentemente rifiutava i soldi macchiati di Sangue Enel , ma poi non li rifiutava.
Si parla di delocalizzazione del Bosco, quando Enel e’ disponibile a cedere l’intera area, fatto salvo poche e circostanziate aree ora e in futuro di suo uso.
Restano almeno 100 ettari , banchine, sili, 2 Dome le gigantesche cupole in alluminio, Magazzini industriali per 10 ettari e molto altro più piazzali e strade su cui parcheggiare almeno 20000 auto . Non sono sufficienti!!!! penso che la Natura la si debba amare anche nelle sue dimensioni piu’ inaspettate, e il bosco sorto sui serbatoi Enel merta di vivere.
Con che coraggio si vuole sostituire un bosco con un altre Mega parcheggio che al massimo occupa poche persone precarie, poi nel pieno del riscaldamento climatico.