La Rosati Utensili vuole esporre alcune osservazioni che la società in epigrafe, che mi onoro di rappresentare, ritiene non più differibili, atteso il particolare momento della stagione agonistica in cui tali osservazioni cadono e l’imminenza delle festività natalizie con la conseguente sospensione delle attività sportive.
Da quando l’ASD Civitavecchia calcio a 5 Rosati Utensili ha intrapreso la sua avventura nel mondo del futsal, ha sempre preteso dai suoi atleti e tesserati il rispetto per l’avversario e per i direttori di gara; in particolare, è stato evidenziato e testimoniato dagli organi societari che la correttezza e la lealtà vanno anteposti al risultato e agli esiti sportivi, perchè sono questi i valori sportivi a difesa dei quali ancora oggi vale la pena battersi .
E coloro, come il sottoscritto quale direttore generale, chiamati a ricoprire cariche istituzionali e di rappresentanza sono maggiormente chiamati a profondersi nell’attività primaria connessa a qualsivoglia pratica sportiva, dilettantesca o professionistica che sia: insegnare “educazione” e rispetto ai ragazzi. La società che rappresento si è sempre dimostrata attiva nel difendere detti valori, arrivando persino ad escludere dall’attività giocatori che erano venuti meno a queste regole comportamentali.
Tuttavia ed al netto di queste doverose premesse, corre l’obbligo di segnalare un dato purtroppo evidente, ovvero che il livello arbitrale nella nostra regione – per quanto riguarda il calcio a 5 – è calato in maniera non più tollerabile. Peraltro, essendo mia personale opinione (per quanto pienamente condivisa dall’intera dirigenza di questa società) che senza rispetto dei ruoli non può esistere alcun sport, ho sempre pensato e continuerò a pensare che gli arbitri hanno sempre ragione anche quando sbagliano.
Eppure, non possono tacersi le disillusioni conseguenti alle attese che ogni estate vengono ingenerate dai responsabili degli arbitri: se, infatti, da un lato si promette il massimo impegno, la massima serietà, che d’altra parte la buona fede personale e della categoria non è affatto in discussione; dall’altro, a livello prettamente individuale e di prestazioni, il rispetto preteso (e dovuto, si intende) dai nostri arbitri a volte diventa autoreferenzialità, laddove non si converte in osservanza delle medesime regole di buon educazione e rispetto istituzionale della controparte (atleti e dirigenti).
Risulta, peraltro, inutile ed inopportuno elencare tutte le più o meno “strane” situazioni occorse nello svolgimento della presente stagione, in quanto l’obiettivo è focalizzare l’attenzione d chi di dovere sul problema gestionale ed etico del singolo incontro nel contesto dell’attività federale: prova ne è l’allontanamento, a tutti noto, di un nostro atleta quando si è reso malauguratamente responsabile in partita della violazione di quelle regole di sportività, lealtà, rispetto.
La presa di posizione della scrivente società, netta ed indisponibile a distinzioni di comodo o compromessi di dubbia moralità, ha, viceversa, inopinatamente dato l’innesco ad una serie di episodi non tanto sfavorevoli nelle conduzioni di gara successive, quanto per lo più grossolanamente pregiudizievoli per poter essere limitate a meri errori tecnici: si pensi solo al culmine raggiunto nelle ultime due partite, contro la Cisco in trasferta e contro il Valentia in casa, che hanno costretto l’esponente ad un’attenta riflessione per le gravi circostanze che di seguito si partecipano.
Premesso che la formazione della Cisco avrebbe probabilmente vinto lo stesso la gara, risulteranno perlomeno inverosimili gli esiti di una direzione di gara strano in cui due direttori di gara, sul risultato di 3 a 2 per i nostri avversari(e, dunque, di estrema incertezza del risultato finale), dapprima invertono una punizione a nostro favore (ironia della sorte: da quel calcio piazzato nasce il 4 a 2 degli avversari), poco dopo a seguito di un contatto non punito un nostro giocatore finisce a terra nella nostra area, con il primo arbitro molto vicino all’azione che lascia proseguire (proferendo: “SI CONTINUA NON E’ FALLO”). Tuttavia è il prosieguo dell’azione a lasciare interdetti per i successivi sviluppi: recuperiamo il pallone e andiamo in contropiede tre contro uno, il secondo direttore di gara dopo 15 secondi decide che il contatto inizialmente non rilevato non solo non è fallo a favore, bensì contro la scrivente, decretando clamorosamente rigore per i nostri avversari.
Non solo, dopo aver palesemente indirizzato (in tutta buona fede, fino a prova contraria) una partita che – si ripete – l’avversario si sarebbe sicuramente assicurata ugualmente, i direttori di gara, indulgendo ad un eccesso di protagonismo, “minacciano” di sanzioni il nostro allenatore sol perché reo di parlare con i propri atleti, all’esclusivo scopo di dare indicazioni tecniche, ma l’apice arriverà più tardi con l’assegnazione di un gol, a dire poco, “fantasma” ai nostri avversari e la conseguente ovvia irrecuperabilità dell’incontro in favore degli avversari. Quanto sopra accadeva il 28 novembre u.s..
Sfortunatamente, purtroppo, la congiunzione di eventi sfavorevoli doveva ancora trovare il suo zenit: il 5 dicembre nella partita salvezza contro il Valentia, in occasione di un fallo evidente in area di rigore avversaria, sulla situazione di vantaggio per 2 a 1 per la scrivente, protestiamo per il rigore clamoroso non assegnatoci ed oltretutto ammesso dai nostri avversari. Ebbene, per gli arbitri non vi era stato nulla di irregolare, con reazioni degli stessi alla nostra incredulità realmente offensive, in quanto sconfinanti nella spocchia.
Viepiù, sul finire della partita un nostro giocatore viene spintonato alle spalle, il secondo direttore di gara (della sezione di Cassino) vede il fallo tanto da mettersi il fischietto in bocca ma poi ci ripensa e non fischia: contropiede dei nostri avversari ed arriva il pareggio; dopo un pò sempre lo stesso fischietto ammonisce un nostro giocatore per una simulazione avvenuta 5 minuti prima ma nell’ammonire oltretutto sbaglia anche il giocatore eventualmente responsabile.
Dunque, il problema non è l’errore, la svista che può starci, è l’atteggiamento per nulla rispettoso di professionalità e ruoli, eccessivamente improntato all’autoreferenzialità ed al decisionismo. E se è vero che il direttore di gara è chiamato a decidere, lo è altrettanto l’esigenza che le decisioni siano accompagnate da congrue, per quanto succinte durante il gioco, motivazioni, senza mai scadere nella mancanza di rispetto.
Viceversa, ci si sente rispondere: “decido io e basta”; “se torno indietro è solo per espellerla”; “stia zitto” e così discorrendo.
Noi vogliamo salvarci ed abbiamo il dovere di conseguire tale risultato sulla base dei nostri esclusivi meriti sportivi, ma è comprensibile che si sia tentati di divisare in certi atteggiamenti un qualche intento persecutorio, diretto in qualche modo a far “scontare” per il resto della stagione un deprecabile episodio accaduto due mesi fa.
Ciò, al solo scopo di consentire il regolare svolgimento della stagione agonistica, cosicchè quest’ultima non risulti condizionata da altri fattori che non siano meriti o demeriti sportivi.
Si resta in attesa di cortese riscontro al presente esposto ai recapiti dappresso evidenziati, anche al fine di ottenere, nel rispetto delle vigenti norme e dei rispettivi ruoli, delucidazioni sulle ultime attuazioni arbitrali dai designatori e responsabili della categoria, onde venire a capo di una situazione che si sta facendo sempre più insostenibile.
Con l’occasione, si porgono, altresì, cordiali saluti ed auguri di buon Natale a titolo personale nonché del presidente Quagliata per la società che rappresenta.
Roberto Lezza
Direttore generale Rosati Utensili Asd Civitavecchia calcio a 5
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