Camping, un’inchiesta lunga due anni
Era il luglio di due anni fa, quando la Procura della Repubblica di Civitavecchia, probabilmente sulla base di un esposto, avviò l’indagine sulla realizzazione dei 50 bungalow al camping “Traiano”. L’ipotesi di reato sulla quale gli inquirenti avevano iniziato ad indagare era quella di abuso edilizio. Già allora, evidentemente, qualcosa non doveva essere apparso chiaro ai magistrati circa l’iter autorizzativo per la realizzazione delle casette all’interno della pineta della Frasca. La Procura della Repubblica aveva affidato l’indagine alla Guardia Forestale che si era messa al lavoro. Dopo un paio di mesi di controllo e di acquisizione di documenti, alcuni prelevati anche all’interno dell’ufficio urbanistico al Parco della Resistenza e presso la direzione dello stesso campeggio, la Forestale aveva consegnato la sua relazione al magistrato. In quella fase si erano soprattutto cercate le autorizzazioni urbanistiche che dovevano essere rilasciate dalla Regione Lazio e tutta la documentazione che, solitamente, accompagna l’inizio di operazioni di carattere edilizio. E già allora era sembrato che qualcosa non quadrasse, visto che la Forestale aveva ipotizzato il reato di abuso edilizio. Nel corso di questi due lunghi anni, la Magistratura ha cercato evidentemente di verificare fino in fondo, anche attraverso una serie di interrogatori con i rappresentanti della cooperativa che gestisce il camping, se l’iter di costruzione dei bungalow in muratura fosse corretto, ovvero se fosse accompagnato da tutte le necessarie autorizzazioni. Alla fine ha deciso di intervenire dando mandato alla Polizia Locale di eseguire il sequestro avvenuto ieri. Dall’interno del campeggio si preferisce evitare, almeno per il momento, qualsiasi commento sugli sviluppi dell’inchiesta, ma non è escluso che nei prossimi giorni qualcuno decida di parlare.