Pronta replica al coordinatore di Ugl Energia, Carlo Rossi, del segretario della Cgil funzione pubblica, Diego Nunzi, che pur condividendo la preoccupazione per il futuro dei 600 lavoratori in caso di chiusura di Torre Nord e di Montalto di Castro, ribatte che non è giusto giocare sulla pelle di 200.000 abitanti per evitare di impoverire le tasche di chi investe in azioni Enel i propri risparmi. Cliccare per leggere la nota integrale. “Spett.li Redazioni,
Avendo appreso dalla stampa delle preoccupazioni che affliggono la sigla UGL rispetto alle azioni intraprese dal Movimento No Coke, nel quale ci riconosciamo, che, a dire della predetta sigla, rischiano di impoverire le tasche di chi ha inteso investire in azioni Enel i propri risparmi, e che potrebbero compromettere il futuro lavorativo di centinaia di lavoratori Enel, corre l’obbligo di formulare alcuni distinguo. In primo luogo, chi investe in azioni lo fa a proprio rischio e pericolo, e ne è perfettamente consapevole; ma stante la premessa, sarei ben felice di poter acquistare titoli Enel se l’Azienda investisse in ricerca di soluzioni più rispettose della salute pubblica e dell’ambiente in un comprensorio che conta circa 200.000 abitanti come il nostro, che a mio avviso hanno ben altra priorità rispetto i risparmi di alcuni dipendenti Enel che, ripeto, senza obblighi di terzi, hanno deciso di investire. Del resto, nessuno si è mai preoccupato di chi ha investito sull’amianto! In secondo luogo, vanno messi al bando i toni allusivi secondo i quali si giunge alla facile deduzione che il movimento No coke sia contro i lavoratori, siano essi dipendenti Enel o di imprese appaltatrici: il messaggio che si vuol far passare è falso! Tant’è che il movimento ha accettato, “ob torto collo”, ed a differenza di Enel, di concordare tavoli di concertazione per la ricerca di soluzioni alternative, che , pur escludendo a priori l’utilizzo del carbone, tutelino i lavoratori, TUTTI i lavoratori e TUTTI gli abitanti. Ricordo, inoltre, alla UGL, ma anche agli altri lettori, che tra gli obiettivi del movimento No Coke c’è anche l’ormai annosa richiesta, forse giunta a conclusione, di avere dati certi sulla reale condizione in cui versa il nostro territorio, e se i dati già in possesso del movimento, peraltro, forniti da Enel nel 2001 saranno riconfermati, gli investitori faranno bene ad orientare i loro risparmi verso strutture sanitarie, dove il guadagno, alla lunga sarà garantito! Appare quindi evidente che si voglia creare un allarmismo tra i lavoratori in parola, per indebolire le posizioni del movimento; se questo è, appare come un atto irresponsabile che rischia di inasprire gli animi ed allontana le soluzioni condivise, a totale appannaggio di Enel e non certo a favore dei lavoratori e delle migliaia di persone che oltre a lavorarci in questo pezzo di paese vivono e crescono figli.”
FP CGIL
Il segretario
Diego Nunzi