Sette lavoratrici operanti presso il servizio mensa del carcere di Aurelia hanno ricevuto la lettera di licenziamento da parte della R.C.M. di Roma, la società che gestisce l’appalto in questione, per fine servizio causa liquidazione dell’azienda.
La denuncia arriva dal segretario Filcams Cgil, Fausto Quattrini, che di concerto con i sindacati della Cgil Funzione Pubblica, si stanno adoperando per evitare la sospensione del servizio in attesa della nuova gara, perchè questo comporterebbe la mancata corresponsione delle mensilità dei lavoratori attualmente occupati, fino alla risoluzione del problema con conseguenze occupazionali e sociali gravi.
“Questa incresciosa situazione si colloca in un periodo molto difficoltoso per via delle ferie estive, – afferma Quattrini – dove molte istituzioni sono chiuse o comunque svolgono un’attività ridotta. Siamo comunque fiduciosi per l’intervento del Ministero di Grazia e Giustizia che dovrà convincere un’altra azienda di quelle che hanno partecipato alla gara attuale per prendere il servizio dal 13 Agosto al 31 Dicembre, – prosegue il segretario Filcams Cgil – e permettere all’amministrazione di procedere alla nuova gara in tempi rapidi per garantire al meglio i livelli occupazionali esistenti e dare loro le garanzie per non perdere il posto di lavoro occupato, per alcuni di loro, da molti anni”. Per l’organizzazione sindacale, la settimana prossima sarà dunque importante per capire come si intende recuperare le spettanze dei lavoratori fino al 12 Agosto con un’azienda che è in liquidazione.
“Tra l’altro, – prosegue Quattrini – i lavoratori in questione sono molto preoccupati perché non è la prima volta che si trovano in questa situazione, dal momento che con la società La Rocca devono ancora prendere dalle casse del Ministero le spettanze di fine rapporto e, sucessivamente, anche della società Landucci”.
In riferimento, invece, allo svolgimento della gara per la vigilanza privata dell’Autorità Portuale, la Filcams Cgil ritiene sia opportuno che l’Ente di Molo Vespucci tenga conto di tale servizio (con un terrorismo che non conosce più confini) allo scopo di proteggere tutti coloro che nel porto transitano, compresi i lavoratori occupati.