Scontro aperto alla General Impianti e General Montaggi tra azienda e lavoratori. Dopo la protesta dei dipendenti per il ritardo nel pagamento degli stipendi e della tredicesima, si registra la replica al vetriolo del presidente Carlo Carraffa. Difendendo e lodando l’operato della società, il numero uno della General Impianti e General Montaggi avanza qualche perplessità sull’impegno di una parte dei lavoratori, accusandoli di fare spesso ricorso a malattie e ferie e invitando di fatto gli “scontenti” a trovarsi un’altra occupazione.
“Al momento – dichiara Carlo Carraffa – General Impianti e General Montaggi sono in ritardo con la corresponsione di uno stipendio e hanno corrisposto interamente la tredicesima mensilità. Al momento di riscuotere la tredicesima, venerdì scorso nessun operaio ha manifestato intenzioni di sciopero o fatto rimostranze, salvo poi ieri non presentarsi al lavoro. Nei trent’anni di attività sono stati mantenuti standard di occupazione sempre maggiori alla media delle imprese locali e mai è stato licenziato alcuno per diminuzione di personale, semmai il numero di dipendenti è stato incrementato con assunzioni a termine. La media di anzianità dei dipendenti è di 15 anni di permanenza con punte di 27 e la retribuzione media è di oltre 2.200 euro mensili. Per tutta la durata del cantiere di Torrevaldaliga Nord – continua il presidente di General Impianti e General Montaggi – è stato corrisposto un extra dell’8% sulle retribuzioni anche per quelli non addetti alla riconversione, nonché la mensa, il trasporto inverno e i vari servizi ristoro nei posti di lavoro per le molteplici pause caffè. Negli anni ad ogni richiesta di aiuto economico pervenuta da qualche dipendente le aziende hanno sempre risposto in modo positivo. Oltre il 90% dei dipendenti ha usufruito dell’anticipazione del Tfr. Per i periodi di ferie sono sempre stati privilegiati gli accordi tra i dipendenti fatti salvi gli impegni di lavoro assunti con i clienti. Da un anno a questa parte, in concomitanza con la recessione del cantiere Enel sono stati cercati e trovati nuovi sbocchi lavorativi presso altre committenze al fine di evitare il ricorso alla cassa integrazione ordinaria o alla riduzione del personale. Alla luce di tutto questo – afferma Carraffa – resta difficile accettare le affermazioni rilasciate da alcuni dipendenti su mancate strategie di rilancio, di recupero e di rispetto del contratto nazionale di lavoro. Oggi il fatturato maturato all’interno delle centrali Enel locali si aggira tra il 30-40% del totale, ciò significa impegno ad uscire da un mercato locale sicuramente insufficiente per la molteplicità di imprese locali. A volte viene il dubbio che lo stesso impegno non venga profuso dai lavoratori, che solo nel 2010 hanno accumulato 3.400 ore di malattia, 20 mesi di lavoro e 10% della forza lavoro giornaliera, 1.000 ore di legge 104, sacrosanto diritto dei lavoratori quando non utilizzato per allungare ferie o malattie, ferie prese autonomamente e rifiuti a trasferimenti in altri cantieri. Certamente – conclude Carraffa – le due aziende hanno in forza personale qualificato e responsabile, ma quelli che ritengono di vivere un “problema da molti anni” potranno trovare migliori soddisfazioni altrove”.