L’esponente dei Comunisti Italiani, Pino Cascianelli, illustra quelli che, a suo giudizio, hanno portato al fallimento l’esperienza amministrativa del centro destra a Civitavecchia. Un durissimo atto d’accusa, quello dell’esponente del centro sinistra. Cliccare per leggerlo integralmente. Quattro anni di idillio nella “casa delle libertà” , così almeno hanno voluto farci credere da quel Maggio 2001: “chi non salta comunista è!” festeggiavano i baldi giovani, freschi vincitori delle elezioni, emozionati ed increduli, per nulla preoccupati delle difficoltà che derivano dal dover governare una città come Civitavecchia, carichi di entusiasmo, limpidi e puri come l’acqua di sorgente, lontani anni luce dai metodi e dagli uomini della mai troppo nominata, vituperata Prima Repubblica.
Per un po’ di tempo sono stati “il nuovo che avanza”, poi sono apparsi come quegli studenti impegnati ad imparare, attenti alla cravatta sempre in ordine, ad apparire perfetti.E poi la loro granitica unità, quel loro alzare le mani all’unisono in consiglio comunale, fatta eccezione per l’uscita dell’U.D.C., liquidata con una faciloneria disarmante,dava l’impressione di una coalizione indistruttibile che solo gli elettori, al momento giusto, avrebbero potuto giudicare sulle cose promesse e realizzate.
Noi , che più di altri, per obblighi istituzionali, incontravamo i protagonisti della granitica corazzata, avevamo capito da tempo che quelle apparenze erano ingannevoli ed abbiamo cominciato a preoccuparci seriamente del futuro della nostra città. Perché il confronto non era più sulle cose vere, ma su ciò che volevano apparisse agli occhi della gente, un lavorìo continuo, anche ben studiato, difficile da contrastare perché è difficile soprattutto in una città affamata di lavoro, stressata da ingiustizie e da problemi irrisolti, reprimere il sogno di un futuro migliore, cancellare una speranza. Avevamo ragione: per lunghi anni hanno spinto la spazzatura sotto il tappeto, hanno nascosto agli occhi ed alle orecchie dei civitavecchiesi i loro problemi, le diverse opinioni sugli atti amministrativi che hanno adottato e sulle scelte, alcune scellerate, che hanno compiuto, anzi hanno mentito spudoratamente alla città sbandierando il totale accordo che in realtà non c’era. Hanno comandato in questa città intrisi di una ipocrisia infinita,calpestando loro per primi e nei loro rapporti interni, le più elementari regole della democrazia e della partecipazione, del confronto, della rappresentanza, hanno pensato ai loro interessi personali e di gruppo, hanno illuso, promesso e non mantenuto. L’implosione è stata la conseguenza logica ed inevitabile di un percorso tutto sbagliato.Il cappio se lo sono costruito da soli giorno dopo giorno, in questi anni.Non si improvvisa il governo di una città piccola o grande che sia, non si improvvisano competenza e capacità e non si improvvisa nemmeno l’umiltà necessaria e la voglia di ascoltare e di riconoscere che qualche volta si può avere torto.Quando ci si rinchiude dentro le proprie opinioni si rischia il delirio di onnipotenza, appunto,e le conseguenze possono essere devastanti.
Non si può fare di tutta l’erba un fascio ma è indubbio che alcuni in questa pozzanghera hanno nuotato e continuano a nuotare gaudenti traendo enormi soddisfazioni: non quelle di aver risolto problemi fondamentali per la gente (robetta da politici dilettanti) , ma migliaia e migliaia di euro in più sui propri conti correnti, incassati legittimamente ma costruiti attraverso scelte moralmente ed eticamente censurabili.
Altri che hanno, con colpevole silenzio, combattuto a lungo all’ interno della casa delle libertà per il rispetto delle regole democratiche e preso atto del fallimento della loro opera, hanno deciso di interrompere questa esperienza amministrativa, portano più di altri la responsabilità del commissariamento del comune.Credo siano consapevoli che hanno fatto una scommessa con se stessi e qualunque collocazione sceglieranno, se la sceglieranno, essi hanno lanciato una sfida non ai loro ex compagni di viaggio (dai quali li separano chilometri di insulti reciproci di inusitata violenza )ma, in primo luogo, alle forze che si ritrovano dentro i valori e gli ideali del centrosinistra, noi che quei valori e quegli ideali portiamo dentro, abbiamo il dovere di pensare una nuova città, costruire un progetto che faccia dimenticare questi anni bui, un progetto che ponga attenzione alle diverse opportunità di sviluppo e di lavoro e della qualità del lavoro perché non si vive , ad esempio, di solo porto né si può far conto su chi elargisce schizofrenici sorrisi al potente di turno e fa il muso duro al più debole di volta in volta annusando il vento. Un progetto che abbia dall’ inizio alla fine una moralità inattaccabile, un’etica ineccepibile. E’ una premessa ed un primo passa fondamentale e prima si comincia, meglio è.Così i sondaggi per ilo candidato a Sindaco più o meno provocatori, lasciano il tempo che trovano, ed interessano soli i curiosi,gente rispettabile certo, ma che insieme a tutti gli altri cittadini si aspetta, ne sono convinto, qualcosa di più serio e convincente.
Civitavecchia,10.06.2005
Pino Cascianelli