Casette di legno dovevano essere e, alla fine, casette di legno sono state. Sono iniziati, infatti, e procedono a ritmo serrato, i lavori per l’allestimento di quello che l’amministrazione comunale ha definito il villaggio della solidarietà, in località San Liborio. Ovvero un agglomerato di dieci moduli abitativi prefabbricati, realizzati dalla società Arc Legno, ciascuno dei quali composto da quattro mini-appartamenti, per un totale di quaranta alloggi da destinare ad altrettante famiglie civitavecchiesi bisognose.
Un progetto controverso sin dai suoi primi passi, sin dal momento della presentazione, duramente avversato, sia per ragioni di carattere urbanistico e normativo, sia per questioni legate all’opportunità sociale di realizzare simili abitazioni, concentrando il disagio tutto in un quartiere, quello di San Liborio, che di problemi ne ha già tanti e di servizi meno che mai. Ma tant’è. Le scelte dell’amministrazione del fare alla fine l’hanno spuntata sul comune buonsenso, forti anche del pronunciamento favorevole nel merito da parte del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, che ha giudicato legittimo l’intervento dell’amministrazione comunale, nell’ambito del ricorso che era stato intentato da alcuni abitanti della zona. Un progetto che, peraltro, va avanti anche a dispetto dell’acquisizione di una ricca documentazione da parte della Procura della Repubblica di Civitavecchia. Brevissimi i tempi per la realizzazione del villaggio, solo qualche mese, dopo di che si procederà alla fase altrettanto delicata dell’assegnazione. Assegnazione che non si è ancora capito sulla base di quali criteri verrà effettuata, visto che le famiglie attualmente sostenute dal Comune in varie sistemazioni di fortuna in alberghi o bed and breakfast cittadini, non sono certo solamente quaranta, con il rischio che si scateni quindi, in assenza di criteri più che oggettivi, la classica guerra tra poveri. Ma tant’è, ancora una volta. Intanto decine e decine di appartamenti in città continuano a restare vuoti, e risulta sempre più incomprensibile perché si sia voluta prendere in considerazione solo l’ipotesi della casette di legno, vista anche tutta l’avversione politica e sociale che ha scatenato.