Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio deciderà il prossimo 15 ottobre se accogliere o meno il ricorso che il presidente Mario Almerighi ha presentato per opporsi alla decisione di trasferirlo presa dal Consiglio Superiore della Magistratura. Una vicenda che ha destato scalpore, finchè non è intervenuto lo stesso Csm, che in una nota stampa inviata a metà settembre ha precisato di non aver chiesto il trasferimento per Almerighi, ma di essersi limitato a non rinnovargli il ruolo di dirigente dopo la scadenza dei 4 anni di mandato.
Il motivo, stando a quanto emerge da alcune indiscrezioni, sarebbe il riscontro di una generale disorganizzazione del Palazzo di Giustizia, e non c’entrerebbero nulla le presunte incompatibilità ambientali tra il Presidente e alcuni giudici dell’ufficio esecuzioni immobiliari. In ogni caso, il Tar è chiamato a decidere sul ricorso presentato da Almerighi e il 15 di questo mese valuterà se accoglierlo o meno. Le opinioni che emergono dal Tribunale sono praticamente univoche: nei corridoi del Palazzo di Giustizia, si dà per certo che il Tar concederà la sospensiva, accogliendo di fatto il ricorso. A questo punto, però, subentrerebbe un altro fattore: il riordino del Tribunale che nel frattempo è stato messo a punto, con il trasferimento interno di alcuni giudici e l’imminente congedo dei tirocinanti. Almerighi, dunque, se dovesse tornare a ricoprire il ruolo di dirigente, troverebbe un Palazzo di Giustizia diverso da quello che ha lasciato nelle scorse settimane. Intanto, sembrerebbe che lo stesso Procuratore Capo della Repubblica, Gianfranco Amendola, avrebbe scritto in difesa del Presidente del Tribunale. Resta da specificare che la decisione che prenderà il Tar tra pochi giorni non sarà definitiva, visto che per il pronunciamento nel merito bisognerà attendere alcune settimane.