In aula sono stati sentiti i periti Pasquale Avino, Nicola Bonora, Giorgio Buonanno e Pietro Pandolfi, che hanno svolto la perizia voluta dal gip. I consulenti hanno affermato che la tragedia era evitabile. Hanno spiegato infatti che avrebbe dovuto esserci una linea parallela della tubazione che ha causato l’incidente, perché nel caso di ostruzione della principale, il flusso viene spostato sulla seconda. Nel frattempo viene attivato un sistema di riscaldamento che scioglie l’ammoniaca cristallizzata che forme il tappo. A quel punto si lavora in tranquillità alla sua disostruzione, perché la
pressione viene eliminata. Pressione che è quella che ha causato la morte di Capitani. Ma i periti hanno detto che c’era anche un’altra possibilità, ovvero che anche senza la seconda linea, bisognava attendere 24 ore dall’interruzione del flusso, sempre per permettere il parziale scioglimento dell’ammoniaca e quindi allentare di molto la pressione, senza quindi far correre rischi a chi doveva operare. Invece il flusso è stato chiuso alle 18 del giorno precedentel’incidente, con i lavori iniziati la mattina successiva.