Dopo un’istruttoria durata quasi due anni arriva domani il momento della verità per i massimi protagonisti della vicenda Privilege, un caso che ha ampiamente superato i confini di Civitavecchia visti i personaggi coinvolti ed il legame con un’altra inquietante vicenda dell’Italia moderna, quella legata a Banca Etruria. Domani mattina in Tribunale, l’ex amministratore delegato della Privilege Yard, Mario La Via, e l’ex direttore amministrativo, Antonio Battista, compariranno davanti al giudice per rispondere di una serie di reati tra i quali la bancarotta fraudolenta.
Come si ricorderà, per i due scattarono gli arresti domiciliari nel luglio di due anni fa in seguito ad un blitz del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma. Nell’occasione, le fiamme gialle sequestrarono l’intero patrimonio immobiliare di tre società romane riconducibili a La Via, per un valore di oltre 25 milioni di euro, e di mezzo milione di euro giacente sui conti correnti bancari dell’ex amministratore delegato di Privilege. I finanzieri scoprirono anche un giro di ritenute mai versate, che i progetti relativi ai mega yacht erano del tutto privi di valore economico e che per gli 80 milioni di euro investiti, fatturati e pagati ad una società con sede nelle Isole Vergini, si poteva ipotizzare una maxi truffa. Non solo, i costi relativi a consulenze, noleggio di auto di lusso, locazioni di immobili, spese di rappresentanza ed erogazioni ad enti caritatevoli con sede in Paesi esteri, vennero giudicati privi di valide ragioni economiche. Una serie di operazioni per le quali, però, Mario La Via si è sempre professato innocente. Una serie di situazioni tra le quali si inserisce anche il finanziamento da 100 milioni di euro concesso da un pool di banche con a capo Banca Etruria. Quindi, domani, in sede di udienza preliminare, si riuscirà forse a comprendere qualcosa di più su una vicenda tipicamente italiana che tanto ha fatto discutere e che sembra destinata a far ulteriormente discutere