L'amministrazione comunale mostra i muscoli. Il sindaco Moscherini ha annunciato che domani presenterà un'ingiunzione alla Regione, chiedendo l'approvazione della cosiddetta variante termale – che la Pisana ha sospeso – e ritenendo l'amministrazione regionale responsabile degli eventuali danni cui dovesse andare incontro il Comune di Civitavecchia. Primo pericolo tra quelli più volte indicati dal sindaco, la possibilità di perdere la proprietà dei terreni, teoricamente tornati in possesso del Comune a seguito della transazione tra le società Mastrofini, Terme Taurine e comune di Civitavecchia, del 10 maggio 2002.
La transazione, non sottoscritta da organi politici ma dall'allora segretario generale Pompeo Savarino, infatti, vincolava la validità della transazione all'approvazione della variante al piano regolatore generale e alla non interruzione dell'iter amministrativo, come conferma anche il legale della Mastrofini, avvocato Ludovico D'Amico. "La Mastrofini – spiega – è coinvolta in tre cause. La prima è un'azione per la declaratoria di nullità e/o inesistenza della transazione; la seconda è una causa per inefficacia della stessa transazione, ed è quella in cui è più evidente il collegamento con la variante termale. Consideriamo avverata la condizione prevista dalla transazione, e cioè la mancata approvazione della variante e l'interruzione dell'iter. L'ultima causa – conclude D'Amico – ha già riconosciuto il compossesso delle parti (Mastrofini srl e Comune di Civitavecchia, ndr) sui terreni di cui il Comune aveva lamentato lo spoglio da parte di Mastrofini".
Ma di quale variante sta parlando l'avvocato? Ovviamente di quella approvata dall'allora amministrazione De Sio con delibera consiliare numero 37 del 2002. La variante arrivò in Regione, da dove nel luglio del 2003 partirono una serie di prescrizioni, alle quali però la giunta di Civitavecchia non contro-dedusse. Qui si ferma la storia della variante – a parte un incontro tra tecnici nel 2006, cioè dopo tre anni. Ai fatti di circa sei anni fa si legano quindi le cause della Mastrofini. Rispetto a quella mancata approvazione e all'interruzione di quell'iter si dovranno pronunciare i giudici. E qualunque cosa diranno i giudici di sicuro l'approvazione della nuova variante da parte della Regione non modificherebbe di una virgola i pericoli cui va incontro l'amministrazione comunale. Piuttosto sarebbe interessante capire perché la parte pubblica nel 2002 decise di vincolare la validità della transazione all'approvazione della variante. Allora l'assessore all'Urbanistica era Sandro Scotti, oggi consigliere di maggioranza e proprietario di uno dei comparti della variante, il quale però dice di non essersene occupato direttamente e rimanda ogni eventuale responsabilità all'allora sindaco De Sio. "La nuova variante termale – afferma perentorio l'avvocato – non c'entra nulla con tutti questi procedimenti". Non solo. Secondo l'avvocato D'Amico "i programmi dell'amministrazione comunale sono fortemente pregiudicati dalla situazione" in cui versano proprio quei terreni della transazione. Ma questa è un'altra puntata.