L’ex presidente del consiglio comunale e per anni membro dell’assemblea cittadina, Tiziano Cerasa, si trova da ieri pomeriggio agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato emesso dal sostituto procuratore della Repubblica, Lorenzo Del Giudice, ed è stato formalizzato dalla Guardia di Finanza. Il reato contestato è quello di malversazione ai danni dello Stato e fa riferimento all’attività dell’asilo nido “Il mondo di Linus”, amministrato da Cerasa. Il reato contestato si ravvisa quando un soggetto che non fa parte della pubblica amministrazione (in questo caso un imprenditore) riceve finanziamenti per attività di interesse pubblico (in questo caso l’attività sociale di un asilo nido) e non utilizza per questa finalità la somma ricevuta. La Guardia di Finanza starebbe cercando, in particolare, di fare luce su una cifra di 150mila euro, riconducibile ad un finanziamento dell’Unione Europea del 2012. Un’ipotesi di reato che, secondo l’avvocato Lorenzo Mereu, legale difensore di Cerasa, non sussiste.
Stiamo parlando di finanziamenti pubblici – spiega l’avvocato – riconducibili al 2012, ma che fanno riferimento a prestazioni che erano già state eseguite da almeno tre anni. L’imprenditore che ha a che fare con la pubblica amministrazione, in un settore particolare quale quello dell’infanzia– sostiene Mereu – predispone tutto quello che occorre per l’esercizio dell’attività sociale, dopodichè presenta il rendiconto al Comune per dimostrare tutto quello che ha fatto in quel periodo di tempo, quando la prestazione è stata già realizzata, e poi aspetta con pazienza il pagamento. Quindi non si può dire che il Cerasa abbia distratto le somme pubbliche non destinandole alla finalità per la quale erano state erogate, perchè nel momento in cui riceve questo finanziamento, l’attività è già stata eseguita.
La linea difensiva – prosegue Mereu – è molto semplice: stiamo raccogliendo tutta la documentazione che riguarda i fatti che ci vengono contestati, e dimostreremo, documenti alla mano, che l’attività pagata nel 2012 è stata non solo realizzata, ma anche realizzata cinque anni prima, quindi l’effetto distrattivo non si poteva proprio verificare. Credo – conclude il legale – che ci sia stato un equivoco, non è stato tenuto conto del funzionamento degli asili: chi gestisce un asilo, prima lavora e poi viene rimborsato dallo Stato”.