“Nonostante da più parti come Anci, Legautonomie e molti comuni, si chieda con decisione di cambiare il patto di stabilità, nessuna iniziativa è stata finora adottata al fine di ridimensionare i vincoli che, di fatto, penalizzano solo gli enti locali e i cittadini. Ecco perché il bilancio di programmazione 2010 per Cerveteri non potrà che risentire delle difficoltà economiche in cui versano i comuni italiani”. Le parole sono del sindaco Gino Ciogli che, insieme all’assessore al Bilancio, Rita Lucarini, ha lavorato sodo alla redazione del documento di programmazione che presto andrà al vaglio del consiglio comunale di Cerveteri.
“In attesa dei cambiamenti annunciati in materia di federalismo fiscale – ha spiegato l’assessore Lucarini – si aggravano sempre di più i problemi quotidiani, con un’economia bloccata e l’impossibilità di soddisfare le più normali e giuste richieste dei cittadini. Tutti abbiamo davanti agli occhi le già gravi difficoltà del nostro paese, che ha uno dei territori più estesi d’Italia con 8 centri abitati, oltre al capoluogo con aspetti socio-economici e problemi diversi, km di strade da sistemare di cui una buona parte dell’Arsial, un costo storico del servizio trasporto scolastico di oltre 1.750.000 euro, con diciassette linee, strutture scolastiche del tutto insufficienti, inadeguate e non a norma, un importantissimo patrimonio archeologico tra i più estesi del mondo inserito nella lista del patrimonio Unesco, con minime possibilità economiche per la sua tutela e valorizzazione, personale comunale e di altre istituzioni pubbliche come le forze dell’ordine insufficiente, società in house con gravissimi problemi economici e organizzativi, aumento esponenziale delle famiglie in difficoltà socio-economiche assistite dai servizi sociali del comune, cronici problemi di mancanza d’acqua potabile, reflui fognari non depurati e quindi mare inquinato, illuminazione pubblica fatiscente, con interi quartieri al buio, carenza di strutture pubbliche e sociali, in primis le scuole, ma anche uffici comunali, centri sociali, impianti sportivi, fenomeni di abusivismo edilizio e conseguenti dissesti idrogeologici, cui si aggiunge ormai da tempo una cronica insufficienza di fondi trasferiti dallo stato, che sono tra i più bassi d’Italia. Ogni anno mancano all’appello per le spese correnti oltre 4 milioni di euro. Inoltre la spesa corrente di circa 20.725.000 euro e i 112 dipendenti di ruolo a seguito delle 16 stabilizzazioni sono dati che possono essere accreditati a comuni con una popolazione di 10 o 15 mila abitanti. In questa situazione, che ha bisogno di interventi strutturali e opere pubbliche, intervengono i vincoli del patto di stabilità che, anche a causa dello sforamento dell’esercizio 2007, prevede per Cerveteri un miglioramento dei saldi finanziari (differenza tra entrate e uscite) per il 2010 del 110% e per il 2011 del 180%. Il bilancio di previsione 2010, tenuto conto del blocco dell’autonomia sulla pressione tributaria, non può che contare sulle risorse accertate per l’anno 2009 e su contributi da altri Enti. Le spese correnti presentano una forte rigidità strutturale, caratterizzata dalle spese obbligatorie, che assorbono quasi del tutto le disponibilità di bilancio, lasciando pochissimi margini di manovra. Sempre in materia di patto di stabilità, per sottolineare le difficoltà che dobbiamo affrontare per non superare i limiti imposti, si rappresentano alcuni dati. L’obiettivo programmatico per l’esercizio 2009 ammontava ad euro –744.000,00 (negativo) mentre per l’anno 2010 è di euro +248.000,00 (positivo) il che sta a significare in termini assoluti che il nostro potenziale di spesa scende di 992.000,00 euro. Detta cifra dovrà essere assorbita sicuramente dai minori pagamenti da effettuare in c/capitale in quanto appare impossibile ridurre la spesa corrente per la rigidità strutturale sopra accennata. Quindi in questo sistema di competenza mista – ha proseguito l’assessore Lucarini – per l’anno 2010, solo euro 1.900.000,00 possono essere spesi per opere pubbliche, cifra a oggi già ampiamente superata dagli impegni, che vengono da anni passati. Quindi già da ora, quando il bilancio non è ancora stato approvato, non possiamo dare più corso a impegni e pagamenti per spese in c/capitale. Vogliamo segnalare che il Comune ha più di 15 milioni di euro di opere da completare tutte iscritte tra i residui e tutte finanziate, provenienti dagli esercizi 2008 e precedenti. Il blocco del patto ci consente di portarne a termine solamente € 2.100.000,00 in due anni e conseguentemente tenere bloccate tutte le altre che andranno a sommarsi a quelle della programmazione triennale, in un paese che ha enorme e immediato bisogno di interventi pubblici in tutti i settori. In questo contesto si è voluto comunque dare dei segnali di impostazione di bilancio, Abbiamo dato indicazioni al servizio finanziario di prevedere la spesa del personale nel tetto massimo consentito dalla normativa in materia. La spesa del trasporto scolastico, nelle more delle conclusione delle trattative in corso, per addivenire alla sottoscrizione di un contratto con un piano industriale che soddisfi tutte le parti (non ultimi gli utenti), è stata prevista in euro 1.400.000,00. La suddetta cifra, prevista in quantità doppia rispetto alle risorse assegnate dalle amministrazioni precedenti, dovrebbe porre fine ai forti disavanzi generati dalla Soc. Multiservizi, che doveva far fronte alla perdita del servizio trasporto scolastico con gli utili delle farmacie ma che negli ultimi anni, per varie ragioni, si sono sempre più affievoliti. A oggi si pone quindi il problema dello sforamento del Patto, per rispondere almeno in parte alle esigenze del paese, ma la decisione non è facile, perché verifichiamo tutti i giorni, come i precedenti sforamenti abbiano compromesso la situazione finanziaria del comune, senza poter apportare i miglioramenti previsti. Il problema poi è più generale e di natura politica, non è assolutamente corretto, né tanto meno sostenibile continuare a far pagare, quasi esclusivamente ai soli comuni, il risanamento del bilancio nazionale. L’amministrazione, ha lavorato costantemente al miglioramento della situazione, adoperandosi alla ricerca di risorse (nel rendiconto 2009 sono stati ottenuti ed accertati più di euro 7.000.000,00 di contributi di altri Enti per spese in c/capitale e più di un milione per la spesa corrente), portando avanti, con l’aiuto dell’Anci e di altri organismi, le richieste di riequilibrio del pagamento dei tributi statali, dovuti al nostro ente e coinvolgendo la regione Lazio per la realizzazione di un Patto di Stabilità su base regionale (proposta già accolta e avviata dalla precedente amministrazione regionale, che verrà ripresentata alla nuova). Mentre vanno proseguite queste azioni, dobbiamo tener conto della grande difficoltà contingente, che ha già raggiunto l’apice della drammaticità con la reale impossibilità di poter impegnare e spendere già da oggi somme per qualsiasi tipo di intervento Lo sforamento del Patto non può essere, la soluzione giusta, ma l’azione estrema, per questa iniziativa che è, prima di tutto, una giusta rivendicazione di un paese che ha diritto a vivere e svilupparsi correttamente”.