Ieri pomeriggio personale della squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Civitavecchia, diretto dal dottor Nicola Regna, ha dato esecuzione, dopo articolate e complesse indagini, in Cerveteri, alla misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta a carico di P.E. pluripregiudicato 40enne.
Infatti, nel decorso mese di novembre, una donna di anni 38 presentava denuncia – querela nei confronti di P.E., soggetto con il quale aveva intrattenuto una relazione sentimentale iniziata nel settembre del 2017. La donna, visibilmente scossa e turbata, con non poche difficoltà, e solo dopo aver acquistato fiducia nell’Ufficiale di Polizia, che l’ha ascoltata mettendola a proprio agio, rassicurandola costantemente, ha raccontato i reiterati atteggiamenti persecutori messi in atto dal suo ex fidanzato che già nel corso del rapporto aveva manifestato un carattere particolarmente aggressivo e possessivo, amplificatosi ulteriormente a seguito della mancata accettazione da parte dell’uomo della fine del rapporto da lei voluta. L’indagato, infatti, le inviava continui messaggi e ne monitorava gli spostamenti, appostandosi sotto la sua abitazione o nei luoghi frequentati dalla stessa, insultandola, minacciandola ed aggredendola in più circostanze anche fisicamente, ingenerandole così un fondato timore per la propria incolumità e costringendola a cambiare radicalmente le proprie abitudini di vita. In una specifica e particolare occasione l’uomo si avvicinava alla donna, nella circostanza in compagnia di un‘amica, intimandole di andare in macchina con lui e minacciando l’amica che interveniva in sua difesa. Non riuscendo nei suoi intenti, poco dopo, si appostava sotto l’ abitazione della malcapitata che, una volta giunta, costringeva a salire in auto, colpendola con uno schiaffo alla nuca e conducendola in un appartamento ove la costringeva a subire atti sessuali. Di fronte ai tentativi di rifiuto della vittima, le lanciava contro un vaso, le versava addosso dell’acqua e, puntandole delle forbici alla gola la minacciava di morte. Di seguito le tagliava con le forbici il reggiseno e le mutandine per poi danneggiare, con un martello, suppellettili ed oggetti della casa. Sfogata la propria rabbia l’uomo scoppiava a piangere, attribuendo la sua aggressività al fatto di essere molto innamorato e non accettare la fine del rapporto; quindi iniziava a raccogliere in alcune buste le suppellettili rotte e la biancheria lacerata della donna. Le predette buste, secondo quanto narrato dalla vittima, sarebbero poi state gettate in un fosso in aperta campagna.
Le indagini subito poste in essere, davano un primo riscontro a quanto asserito in sede di denuncia poiché presso l’abitazione in cui si sarebbero svolti i fatti, il personale riscontrava dei tagli sul materasso e sul cuscino del letto che l’uomo avrebbe fatto con le forbici con cui aveva minacciato la donna. Quest’ultima però non riusciva a dare indicazioni circa il luogo dove sarebbero state gettate le buste contenenti la biancheria e le suppellettili danneggiate.
Solo grazie alla determinazione, all’intuito, tenacia e costanza del personale di Polizia operante si riusciva, con non poche difficoltà, a rinvenire quanto gettato dall’uomo in un fosso coperto da intensa vegetazione e da una ripida scarpata. Questo Ufficio, mettendo in rilievo la personalità dell’uomo, il concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte criminose denunciate dalla donna, confermate dalle persone informate sui fatti e riscontrate dal rinvenimento di quanto sopra, ha inoltrato dettagliata informativa alla superiore A.G. che recependone le richieste ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita nel pomeriggio di ieri.