Il centrodestra di Cerveteri unito nel dire no al progetto Sprar promosso dall’amministrazione comunale e approvato dal Ministero degli Interni. Per i consiglieri di minoranza è infatti impensabile che il comune di Cerveteri si renda disponibile ad accogliere e aiutare nell’integrazione sociale e lavorativa gli stranieri, quando sul territorio ci sono già tante famiglie in disagio socio economico che aspettano di essere aiutate.
L’accoglienza prevista dal progetto si suddivide in due: una di tipo residenziale «in civili abitazioni – spiegano – con un budget mensile di mille euro» e una «in “famiglie solidali” di uno o due ospiti con un contributo di 400 euro». In entrambi i casi, comunque, saranno previsti anche «i pasti giornalieri, gli indumenti, i prodotti per igiene personale, il pocket money di 2,50 euro giornalieri, un servizio tutoring che dovrà ridurre e risolvere eventuali problemi che possono sorgere, e poi addirittura il mediatore culturale. Dovranno essere inseriti e quindi accompagnati – proseguono – ai centri dell’impiego per corsi di formazione e di qualificazione, saranno inseriti in percorsi di alfabetizzazione accompagnati presso le strutture socio sanitarie e pubbliche come poste». Il tutto per un totale di 480mila euro di cui 24mila provenienti dalle casse comunali. Da qui la rabbia dei consiglieri di minoranza che guardano invece a tutte le realtà più deboli del territorio comunale: dalle famiglie con disagi socio-economici al cui interno sono presenti anche minori, agli anziani con una pensione minima che non riescono a permettersi nemmeno l’assistenza sanitaria. «Probabilmente – rincarano la dose dal centrodestra – questa accoglienza così strutturata servirà solo a far guadagnare una delle tante cooperative “sinistroidi” costituite ad hoc che gestirà il progetto ed è per questo che da mesi stiamo lavorando sul progetto Cas/Cerveteri (contributo autonoma sistemazione)». In sostanza i consiglieri chiedono al Ministero degli Interni di riversare il contributo previsto per il progetto Sprar su questo progetto. In questo modo, i fondi saranno utilizzati, in maniera temporanea, da quanti si trovano in difficoltà «cercando poi con il giusto supporto – concludono – di avviarli nuovamente in percorso di tranquillità».