“Dichiarare che con Acea l’acqua rimane pubblica non è attenersi alla realtà dei fatti e chi sostiene ciò è palesemente in mala fede”. Così le associazioni e i movimenti politici Giovane Italia, movimento Insieme, il Popolo della Città, Quattrogiugno Italia Nuova e Obiettivo Comune rispondono dell’amministrazione comunale che si dichiara orientata a passare ad ATO2.
“Oggi – affermano i movimenti cittadini – Acea è al 51% posseduta da Roma Capitale e per il restante 49% privata (12,53% Suez Se, 16,01% Caltagirone e 20,45% vari azionisti), quindi può considerarsi una società pubblica per quel minimo 2% di differenza ma è già palese il grosso peso del privato al suo interno. Il nostro Comune però, non dovrebbe cedere la propria sovranità sull’acqua ad Acea ma bensì ad Ato 2 e il rapporto tra le due parti, pubblico/privato, si rovescerebbe. Ato 2 infatti non è tutta di Acea, ma per un 4% di privati che assommato alla parte privata di Acea stessa porterebbe al 51% la quota privata della stessa Ato 2, quindi nel cda di questa Società a far da padroni, materialmente, non sono gli enti comunali ma proprio i privati. Sono calcoli complessi ma è doveroso, per il primario dovere della trasparenza, far sapere ai cittadini che così ci si avvia ad abbandonare la gestione pubblica dell’acqua, tradendo la volontà popolare del referendum che disse “no alla privatizzazione” dell’acqua. Un referendum che tutti noi sostenemmo pubblicamente con 4 SI. Va poi considerato – continuano nella nota congiunta – che è già nell’aria una riduzione in Acea dal 51% al 30% di possesso pubblico e non bisogna dimenticare le note vicissitudini di città limitrofe alla nostra in tema di disservizi idrici e costi di Ato 2. Il bene comune – concludono – richiede un passo indietro della Giunta e la rinuncia a una decisione non rispettosa della volontà popolare e che andrebbe a sommare nuovi problemi ai tanti imposti ai cittadini in questa città”.