A Ladispoli, in via Palo Laziale, un trentenne è deceduto in seguito ad un malore e l’ambulanza, impegnata in un altro servizio, è intervenuta soltanto dopo mezz’ora dalla chiamata. Infuriati i parenti e gli amici della vittima, così come il sindaco Gino Ciogli, che si prepara ad intraprendere azioni di protesta a tutti i livelli istituzionali per segnalare la gravità dei disservizi che continuano ad affliggere il litorale a nord della capitale. “Ancora una volta ? dichiara Ciogli ? abbiamo assistito ad un evento drammatico che forse avrebbe potuto avere conseguenze meno tragiche se i dirigenti del servizio 118 avessero ascoltato le istanze provenienti da Ladispoli. In via Palo Laziale un uomo di 30 anni è deceduto in seguito ad un malore e l’ambulanza del presidio di piazza Odescalchi è potuta intervenire solo dopo mezz’ora dalla chiamata essendo impegnata in altro servizio. La comprensibile rabbia di parenti ed amici si è scaricata soltanto con qualche pedata sull’ambulanza, ma è stata lo specchio di una situazione ormai non più tollerabile. Torniamo a chiedere a voce alta il diritto all’assistenza sanitaria, non vogliamo più assistere a disgrazie che nascono dalla carenza dei servizi. I numeri confermano la nostra preoccupazione, nei comuni di Ladispoli e Cerveteri esiste un solo presidio del servizio d’emergenza 118 ed un’unica ambulanza con medico a bordo. La postazione 118 più vicina si trova a Palidoro, ovvero a 10 km da Ladispoli, 17 da Cerveteri, 20 da Cerenova, e spesso occupata nella copertura del proprio territorio. Se ricordiamo che queste città contano una popolazione di circa 70.000 abitanti che arrivano a toccare i 300.000 nei periodi estivi, si comprende la delicatezza della situazione. Il numero dei soccorsi effettuati dall’inizio dell’anno ad oggi è di circa 1.200 con una media di 8 interventi al giorno che aumentano considerevolmente in luglio ed agosto, mentre gli ospedali di riferimento più vicini sono Bracciano, Civitavecchia e l’Aurelia hospital, rispettivamente a 25, 40, 35 km di distanza da Ladispoli e Cerveteri. Spesso per patologie particolari le ambulanze sono costrette ad arrivare fino al San Filippo Neri o al San Camillo, nosocomi ancora più lontani e così il trasporto di un paziente in uno di questi ospedali scopre la zona di riferimento anche per 2 ore, lasciando senza un mezzo di soccorso 70.000 cittadini per troppo tempo e creando, quindi, una situazione di grave pericolo con prevedibili e spiacevoli conseguenze”. Il sindaco ha poi annunciato le battaglie che il comune di Ladispoli si prepara ad intraprendere. “Siamo pronti ? dichiara Ciogli ? ad attuare nei modi civili ma assolutamente fermi la nostra protesta. Chiederemo all’amministrazione comunale di Cerveteri di affiancarci in questa battaglia per ricordare ai vertici del 118 ed alla Regione Lazio come per il territorio sia importante disporre di una seconda ambulanza in pianta stabile che abbassi la soglia di rischio e che possa dare risposte di assistenza alla popolazione in tempi ragionevoli. Nelle opportune sedi, ad iniziare dall’assessorato regionale alla sanità, effettueremo tutte le necessarie pressioni per risolvere un problema di interesse collettivo”.