Ci si riempie tanto la bocca di turismo, di saperlo far rendere sotto il profilo strettamente economico, ma Civitavecchia dimostra talvolta di non essere assolutamente pronta per saper approfittare della situazione. E’ il caso, ad esempio, raccontato da uno dei partecipanti al secondo raduno interregionale dei bersaglieri, svoltosi sabato e domenica scorsa, che punta l’indice nei confronti di un ristorante del centro accusandolo di non aver rispettato gli accordi che prevedevano un menù completo per i gruppi di partecipanti al raduno al costo di 25 euro.
Questo il racconto, inviato alle redazioni locali attraverso una mail: “Domenica in occasione del Raduno bersaglieresco un gruppo di amici, eravamo 20 persone, ha prenotato presso un ristorante del centro. Premesso che il programma prevedeva anche il pranzo in locali, 21 sparsi per Civitavecchia, che avevano aderito alla convenzione al prezzo di 25 euro con menù di carne o pesce. Il pranzo si è svolto nel modo tradizionale con musiche bersaglieresche della ottima fanfara di Colleferro. Tutto bene fino al secondo. Finita la seconda portata alt, niente dessert anche se compreso nella locandina menù. Inutili le richieste alla responsabile del ristorante, che ha sostenuto che non era previsto nessun dessert e nessuno sconto e che il costo del dolce, carta alla mano, era mediamente di 5 euro. Bella accoglienza turistica. Buona perdita della clientela che magari, aspettando qualche traghetto per la Sardegna, avrebbe potuto tornare. Salvato solo il servizio con la buona volontà dei camerieri”. Fin qui, dunque, il racconto del partecipante al raduno dei bersaglieri. Non sappiamo se le cose sono effettivamente andate così, ma non si capisce peraltro quale interesse avrebbe avuto il bersagliere a raccontare una cosa falsa. E quindi torniamo a porre il quesito lanciato all’inizio del nostro articolo: ma Civitavecchia è veramente attrezzata, anche culturalmente, per diventare una città turistica?