Una vicenda inverosimile. Difficile descrivere quanto sta succedendo all’Ospedale Vecchio. Entrando nel cortile, da cui si accede anche alla Biblioteca Comunale, dopo aver attraversato il corridoio abbellito da pannelli illustrati, ci si ritrova di fronte a tre porte, dietro cui una volta c’era la Scuola delle Arti e dove ora è rinchiusa la Casa della Memoria Civitavecchiese, progetto ideato dalla Società Storica Civitavecchiese ed accolto dall’ex delegata alla Cultura Annalisa Tomassini. Più che rinchiusa la Casa in realtà è murata.
Tutto nasce infatti da un intervento collegato all’ascensore della Rsa Calamatta. Per realizzare una via di fuga è stato murato quello che dovrebbe essere l’ingresso della Casa della Memoria. Fin qui nulla di grave, tant’è che i volontari impegnati nella realizzazione della Casa hanno continuato a lavorare, riqualificando i locali, anche grazie al contributo di alcuni privati. Non solo. È stata allestita perfino una mostra, che però adesso è inaccessibile. Questo perché per accedere alla Casa della Memoria c’è un’altra porta, chiusa da un cancello che la Sovrintendenza non vuole aprire. Il motivo è che utilizzando quell’ingresso si accede ad un vestibolo su cui si affacciano un bagno, la porta dei locali affidati alla Società Storica e la porta dietro cui custoditi alcuni reperti dell’associazione Centumcellae. In sostanza la Sovrintendenza avrebbe timore che, dando le chiavi del cancello, qualcuno possa accedere al magazzino dei reperti archeologici. Risultato: da un mese la Casa della Memoria è murata, senza che nessuno possa accedervi. A Civitavecchia si attendono, e si sperano, indicazioni da Roma, dalla Sovrintenza. Le settimane, però, passano ed anche per questo c’è chi sta pensando a trovare un’altra sede per la Casa della Memoria, possibilmente accessibile e non murata. Fra le ipotesi quella dell’ex Biblioteca Comunale di lungoporto Gramsci, che tra l’altro offrirebbe il vantaggio di non avere problemi di umidità che sono stati già riscontrati nei locali dell’Ospedale Vecchio.
