Neanche il tempo di rilanciare il codice etico che nel centrosinistra è di nuovo polemica. Dopo l’intervento di ieri, pieno di perplessità, del segretario dei Repubblicani Europei, Vincenzo Monteduro, oggi la Rete Socialista dei Cittadini avanza più di qualche dubbio sulla validità dell’iniziativa. In una nota, il presidente dell’associazione politico culturale Natia Fiorini si dice dispiaciuta per il mancato coinvolgimento delle associazioni e teme che tra i promotori ci sia ancora la presunzione che soli i partiti possano dare risposte sulla questione morale così come su altri temi, ad esempio quello del lavoro per una sinistra egemone nella società civile locale e nazionale.
“Ci è dispiaciuto – dichiara Natia Fiorini – non avere potuto dare il nostro contributo ad una riunione di lavoro così interessante, dove ci sarebbe piaciuto potere offrire alla discussione le nostre riflessioni sul malcostume imperante in città su temi come l’edilizia e sul “sacco” più che ventennale di Civitavecchia, sul passato, sul presente e su quello che si sta preparando. Sulle trasversalità, sulle famiglie e sui vari centri di potere, quelli forti essenzialmente. Sulle clientele, gli arricchimenti facili, gli stipendi alti e i costi della politica. Sulle soluzioni da adottare essenzialmente in corrispondenza della necessità delle risposte da dare agli esclusi, ai disoccupati, ai non stipendiati, ai non assistiti, ai senza niente. Ci dispiace che le associazioni siano state escluse da questo ragionamento. Le associazioni che raccolgono tutte quelle situazioni dei cittadini laddove le istituzioni e i partiti spesso non ascoltano se non per un privato interesse. Noi che nostra consapevolezza di essere un’associazione, riteniamo di essere anche un movimento abbastanza radicato nella realtà cittadina e regionale. L’esclusione delle associazioni e la limitazione ai soli partiti alla partecipazione delle problematiche cittadine ci fa temere il pericolo che continui a sussistere la presunzione che i soli partiti possano dare risposte al tema in oggetto della discussione o a quelli più generali. Fra questi, quello di lavorare per una sinistra egemone nella società civile locale e nazionale. Se questo è giusto – conclude il presidente della Rete Socialista dei Cittadini – noi riteniamo che sia sbagliato presumere, come mostrano di volere fare i partiti, di volere rappresentare tutto e tutti in ambiti di discussione oggettivamente limitati dalle esclusioni. A meno che non si sia trattato dell’avvio di una discussione fortemente impregnata da una altrettanto forte tensione di autocritica per la quale è certo giusto che siano innanzitutto i partiti a doversi impegnare. Almeno nel centrosinistra”.