“Lo smaltimento della nave Concordia è un problema che tocca una vasta gamma di interessi: ambientali, prima di tutto, politici ed infine anche economici. L’aspetto ambientale è quello che ha informato sin dall’inizio l’azione del Governo. Sin dal momento del tragico evento, l’allora Ministro dell’Ambiente Clini ha dichiarato:
25 aprile 2012 “Il progetto prevede infatti una serie di operazioni che potrebbero avere un impatto significativo sul fragile ambiente dell’isola del giglio e dell’arcipelago toscano” e ancora “abbiamo sottoposto alla compagnia di navigazione quaranta quesiti sulle misure di prevenzione e di controllo che la società armatrice intende adottare per evitare il potenziali effetti ambientali negativi delle operazioni programmate”.
“18 maggio 2012 “Recepite tutte le indicazioni del Ministero il recupero della Costa Concordia avverrà con la massima attenzione ai profili ambientali per tutelare l’ambiente dell’Isola del Giglio ed il suo mare. La conferenza decisoria che ha dato il via libera al progetto della Costa Crociere per la rimozione della nave ha infatti recepito in pieno le indicazioni del Ministero dell’Ambiente su procedure e interventi da attuare nel corso delle operazioni a salvaguardia dell’ecosistema.” e ancora “Una volta messa in galleggiamento, la nave dovrà essere trainata, nelle massime condizioni di sicurezza, nel più vicino porto attrezzato, per ridurre al minimo i tempi e il tragitto del trasferimento con i connessi ulteriori rischi per il nostro mare”.
Inoltre lo stesso Commissario per l’emergenza Concordia con una nota del 15/03/2013 dice, dopo aver tenuto in considerazione le esigenze del Porto di Piombino “… Si rappresenta, in particolare, la necessità di prendere in considerazione le possibili alternative alla soluzione proposta nella delibera, tra cui il porto di Civitavecchia, che è posto a una distanza poco maggiore rispetto a quello di Piombino,…”
Ma anche l’aspetto politico ha la sua importanza, essendo in gioco con questa operazione l’immagine stessa del sistema Italia. Come ricordava l’allora sindaco Pietro Tidei nella lettera indirizzata al Governo del 19 ottobre 2013 “… prevedere lo smantellamento della nave Concordia in porti extraeuropei … dopo che l’operazione di rotazione e rimessa in galleggiamento della nave Concordia è stata salutata da tutto il mondo come una rivincita dell’orgoglio nazionale, … costituirebbe una sconfitta gravissima.”
E’ evidente che non può essere trascurato l’aspetto economico.
A tale proposito dobbiamo lamentare che la proposta presentata dal consorzio Castalia, che aveva come suo riferimento il porto di Civitavecchia, non ha sufficientemente valutato il contributo che allo smaltimento della nave Concordia potevano dare le imprenditorie e le maestranze locali, tradendo le tante aspettative riposte nel progetto.
E’ vero che lo smaltimento della nave presenta aspetti complessi che vanno al di là della semplice demolizione.
Riteniamo però che debba essere messo in atto ogni sforzo anche tenendo conto di consorzi alternativi in grado di proporre soluzioni che pur nel rispetto della normativa siano in grado di migliorare l’offerta economica.
Per le opere ambientali si ripete quanto già prospettato al presidente della Regione Lazio Zingaretti e cioè che il lavoro di smaltimento dovrà avvenire con la collaborazione di tutte quelle forze che siano in grado di dare il proprio qualificato contributo; in particolare di quelle della Regione Toscana, così pesantemente coinvolta, dal punto di vista ambientale”.
Comitato Tidei