“L’esito del consiglio comunale aperto sul porto è stato molto deludente. Ad ascoltare le conclusioni del presidente Musolino sembrerebbe che la notizia o meglio l’allarme rosso sulla crisi climatica, per attuare la transizione ecologica e mettere in campo in ogni settore le misure necessarie a fermare il disastro ambientale, non sia arrivata all’Autorità portuale”. Si torna a parlare del consiglio comunale aperto di mercoledì scorso e a farlo sono Città Futura e Comitato Sole che esprimono il loro pensiero in merito.
Nel corso dell’assise c’è stato un durissimo botta e risposta proprio tra Musolino e Mei, con quest’ultimo che ha espresso perplessità sull’utilizzo di terreni portuali per il fotovoltaico a fronte di un silenzio sul progetto dell’eolico offshore, sia del presidente che del sindaco Tedesco. Ed è proprio questo punto quello che convince meno le associazioni che attaccano Musolino.
“Il presidente dell’Autorità Portuale – affermano Città Futura e Comitato Sole – nelle conclusioni ha eluso moltissime delle questioni che sono state sollevate nel corso degli interventi. Ha ignorato il progetto presentato al Mite di offshore eolico galleggiante da realizzarsi a 15 miglia al largo della costa, in grado di sviluppare 270 MW di potenza, energia rinnovabile alternativa ad ogni possibilità di sostituire il carbone con il gas”. Un progetto che, spiegano i due comitati, anche l’assessora all’ambiente Lombardi sostiene convintamente e concretamente e che rientra nell’aggiornamento del piano energetico regionale per quintuplicare entro il 2030 l’eolico installato nella regione.
“Musolino – continuano – ha ignorato completamente l’elettrificazione delle banchine, peraltro suo precipuo obbligo di legge, per la cui realizzazione il porto di Civitavecchia ha ottenuto nel PNRR 80 milioni di euro, erogabili entro il 2026. Il relativo piano, che dovrebbe finalmente mettere fine al micidiale inquinamento dei fumi delle navi, rimane ancora un mistero tenuto segreto nelle stanze dell’Autorità: alla faccia della trasparenza e della “sinergia” con la città. Infine ha ignorato la richiesta di un confronto tra tutti i soggetti interessati a partecipare alla riconversione energetica del porto, per l’elaborazione di un percorso operativo comune finalizzato all’utilizzo razionale e più efficiente delle fonti rinnovabili e delle tecnologie verdi. Confronto che si rende necessario, come nel caso dei terreni interessati dal cambio di destinazione da uso agricolo che l’Adsp intenderebbe utilizzare per impianti fotovoltaici senza fornire informazioni ed elementi di valutazione in merito”.
Città Futura e Comitato Sole pongono diversi interrogativi chiedendosi come si possa non vedere che Civitavecchia può diventare un sistema modello di portualità, secondo gli standard più avanzati richiesti dal Green Deal europeo e che solo percorrendo queste nuove strade si possono creare nuove e importanti opportunità di occupazione.
“Il porto non è, e non deve essere – concludono le due associazioni – una cittadella chiusa che non comunica con il resto della città, la barriera della divisione che tanto nuoce al territorio va abbattuta. Noi che il porto lo consideriamo un nostro bene comune e che abbiamo subito sulla nostra pelle gli effetti della miopia con cui è stato gestito finora, non abbiamo intenzione di permetterlo”.
2 Comments
giovanni
Si stanno accapigliando su un argomento fasullo: un parco eolico si farà solamente dopo la sperimentazione della velocità e costanza del vento in tempi medio lunghi in un sito scelto altrimenti si buttano soldi con cui si potrebbe fare qualcosa di utile sempre tenendo conto della riduzione delle emissioni nocive.
Forse Musolino e Tedesco si sono resi conto dei dubbi esistenti mentre Città Futura e Comitato Sole tendono a sottovalutare i problemi esistenti
max2
Per alimentare elettricamente le tante navi da crociera ci vorrebbero molti ettari di pannelli solari e che sicuramente non troverebbero collocazione all’interno del porto. Nel comune di Civitavecchia non sussistono molti terreni liberi. Non rimane altro che rivolgersi ai comuni limitrofi per reperire spazi adatti. Per quanto riguarda l’eolico il progetto in campo mi sembra ancora in alto mare ma senza pale. Non capisco perché accanirsi a voler realizzare per forza qui a Civitavecchia produzioni di energia alternativa quando non mi sembra un luogo adatto allo scopo. Forse per liberarsi delle centrali elettriche esistenti? Se è per questo trovate un altro metodo più intelligente perchè nella prima fase della transizione energetica dovranno sussistere entrambi i tipi di produzioni, la tradizionale e la nuova verde che essendo interrompibile (giorno notte, vento calma) non è possibile al momento usarla in modo esclusivo.