Nuovo intervento di Edmondo Cosentino (Comitato lavoro e sviluppo) sullo scalo marittimo. Cliccare sul testo per leggerlo integralmente. Per 25 anni abbiamo coltivato l’illusione di poter avere uno sviluppo senza investire in infrastrutture Ferroviarie e autostradali, cosi mentre la UE aumentava del 73% la rete autostradale noi solo del 10% senza peraltro portare a compimento una sola linea di alta velocità ferroviaria.
L’importanza di avere un sistema dei trasporti efficiente per affrontare la globalizzazione è stata posta in maniera decisa dall’UE con il Piano delle infrastrutture Transeuropea (TEN) per un investimento di oltre 220miliardi d’Euro, fino al 2020 sono le più importanti scelte strategiche del decennio.
Quattro opere interessano l’Italia: Il corridoio1 (Berlino-Palermo), il corridoio5 (Lione-Kiev) che potrebbe interessare direttamente il porto di Civitavecchia, la Genava-Rotterdam, le Autostrade del Mare con il coinvolgimento dei Porti italiani, francesi, spagnoli.
Il mondo è stato sconvolto da una riallocazione delle produzioni che non ha eguali nella storia economica e le differenze di costo della manodopera dovute peraltro a dumping sociale ed ambientale creano una globalizzazione di ritorno da parte dei paesi industriali emergenti che invadono l’Europa di manufatti a bassissimo costo.
Nel 2015 la Cina e l’Asia disporranno del 50% delle capacità produttive mondiali e aumenterà le esportazioni di manufatti verso l’Occidente,via mare e attraverso Suez.
Non è quindi esagerato dire che tra 10 anni il trasporto e la logistica potranno valere da 10al 20% del nostro Pil, bisogna investire nei Porti, nelle infrastrutture ferroviarie, tutto il contrario della politica del governo. Mancano all’appello l’86,18% dei finanziamenti previsti per completare le grandi infrastrutture ferroviarie legate alla Legge Obiettivo, dove il finanziamento complessivo per tutti i programmi d’intervento riguardanti le infrastrutture ferroviarie è stimato in quasi 80 miliardi di euro. Ma la risorsa finanziaria resa disponibile non supera gli 11 miliardi, un buco che rischia seriamente di compromettere l’ammodernamento dell’intero sistema ferroviario- portuale italiano. Il Porto di Civitavecchia è al centro di grandi opportunità che derivano dai flussi di traffico per la sua posizione geografica ma rischia di non poterle sfruttare.
Sono evidenti le carenze di programma del governo di centrodestra scelte politiche e strategiche che di fatto hanno trasformato il porto di Civitavecchia in uno scalo croceristico, senza infrastrutture è una scatola vuota:niente scalo ferroviario a Nord ,niente svincolo per zona industriale, niente autostrada Civitavecchia – Cecina,niente superstrada Civitavecchia – Vetralla , niente Ferrovia Civitavecchia – Capranica.
Il Porto di Civitavecchia ha una collocazione geografica esclusiva: nel cuore del più grande flusso di traffico del mondo:il traffico dei contenitori che proviene dalla Cina e dall’Asia solo nel 2004 il traffico mondiale dei contenitori è aumentato del 14% rispetto al 2003.
A Civitavecchia ci vogliono scelte diverse rispetto al croceristico troppo legato a congiunture internazionali basti pensare all’11Settembre,con nessun valore aggiunto occupazione ed economico oltre il lavoro precario omai diventato sistema nel porto di Civitavecchia.
Dobbiamo puntare in maniera decisa nel traffico dei contenitori servono aere retroportuali che siano dei Hub logistici dove le merci possano essere stoccate, lavorate, preparate per la distribuzione attraverso infrastrutture ferroviarie che portino a comporre un treno direttamente sul molo.
Attirare il flusso di contenitori è la condizione per attirare valore aggiunto creando posti di lavoro nei servizi, un porto di transhipment può offrire ad imprese medie e piccole dell’Alto Lazio e della Tiburtina Valley e dell’Italia centrale le opportunità di accedere ai mercati mondiali a costi competitivi, il porto di Civitavecchia può quindi diventare il volano dello sviluppo sociale ed economico del Lazio.