Sarò sincera: ho scelto di candidarmi perché me lo hanno chiesto, forse conoscendomi meglio di me e credendo in me. Ma ci è voluto poco a capire che cosa posso aspettarmi concretamente dalla politica. Che cosa noi giovani possiamo aspettarci”. Ad affermarlo è la candidata al consiglio comunale per Udc, Valentina Cozzolino.
“Quando ho conosciuto Paolo Poletti ho capito che ero dalla parte giusta – spiega Cozzolino – perché abbiamo bisogno di esempi. E lui lo è. Si è fatto da solo lasciando Civitavecchia a 18 anni arrivando ai vertici dello stato. Perché è tornato. Non conosco nessuno che lo abbia mai fatto. E soprattutto (per me che sono diffidente di natura) perché è molto chiaro che non lo fa per un tornaconto economico personale o per fama o per potere. Chi degli altri candidati può dire altrettanto?
I giovani vanno poco a votare, perché si giovani se ne sentono troppe. Tutti che parlano… sembrano il passatempo preferito della politica. Sono tutti esperti di problemi giovanili pur non essendo giovani. Di cosa abbiamo bisogno?
Di futuro e di buoni esempi. Per questo Poletti vorrei proprio che diventasse sindaco. Di fiducia e incentivi concreti. Rimborsare il 30/50 per cento della TARI a negozi e imprese con titolari under 36, visto che la nostra è la Tari più cara d’Italia, che non basta, e che si attinge anche alle altre tasse per pagare i rifiuti. Abbiamo bisogno di meno burocrazia e di qualche “dritta” per fare formazione ed imparare a fare in fretta quello che il mercato del lavoro chiederà domani.
E qualche volta abbiamo bisogno di aiuto. Molti, troppi di noi vivono una vita che non è la loro, schiavi delle dipendenze. Oltre alla droga e all’alcol oggi altre due forme di dipendenza rendono la vita difficile a tanta gente: la dipendenza alimentare e quella dallo smartphone. Mi aspetto che il nuovo sindaco ci metta mano sul serio, a cominciare dalla droga visto che è stato il Capo di tutta la Guardia di Finanza d’Italia. Meno droga significa più sicurezza per tutti. Tutto qui? Quasi.
C’è un capitolo del programma di Poletti che riguarda i giovani e che leggo e rileggo : l’educazione all’affettività che vuol dire intelligenza emotiva, consapevolezza delle proprie sensazioni, emozioni, sentimenti e relazioni con gli amici più sane, imparando a controllare meglio la propria emotività, i propri impulsi e quelli altrui.
Riguarda soprattutto noi donne giovani, troppo spesso vittime di abusi e violenze da parte dei famosi “maschi”. Sono d’accordo che tutto provenga da una famiglia debole di padri e madri “assenti” e sono molto convinta, come c’è scritto nel programma, che queste famiglie deboli debbano essere aiutate e che il Comune debba intervenire coordinando l’azione che spesso già svolgono scuole, oratori, gruppi, associazioni.
Sta quindi al Comune lanciare e coordinare progetti che vadano nella stessa direzione , con la necessaria chiarezza di compiti e degli obiettivi, per contrastare il malessere giovanile che ormai intacca tutti gli strati sociali della popolazione”.