“Monti chiede di essere giudicato sui fatti e proprio perché il Pd ha analizzato i fatti ne ha chiesto le dimissioni e poi il commissariamento dell’Autorità Portuale”. Non usa giri di parole Jenny Crisostomi, della segreteria del Partito Democratico, nel commentare le affermazioni rilasciate da Pasqualino Monti nel corso della trasmissione Diritto di Replica, in particolare il passaggio in cui ha dichiarato di puntare alla riconferma alla guida di Molo Vespucci.
“Dopo aver messo in giro le infondate voci che lo volevano alla guida di qualsiasi cosa, Nasa compresa – dichiara Crisostomi – si è scoperto che nessuno vuole caricarselo e quindi disperato cerca di rimanere a Civitavecchia, per i “fatti” che ha realizzato. Vorremo confermare a Monti che proprio perché il Pd, a più livelli, ha analizzato i fatti del porto di Civitavecchia ne ha chiesto le dimissioni, che non sono arrivate, e quindi il commissariamento dell’ente. Monti si è presentato alla guida del porto con nomina sostenuta dalla parte dell’estrema destra, ex An, del Pdl, dopo la sua esperienza nella giunta di centrodestra come assessore al Bilancio. Da assessore ha realizzato il “capolavoro” Hcs, il motivo per il quale oggi i civitavecchiesi sono massacrati di tasse e la riduzione del rating del Comune, con relativa sfiducia dell’agenzia verso il suo operato. Il porto di Civitavecchia – insiste l’esponente del Pd – ha conosciuto, negli ultimi quattro anni, la fase più buia della sua storia recente. Al di là di questioni come Privilege, centinaia di affidamenti diretti, la “parentopoli” delle assunzioni e delle consulenze, del terminal per mega yacht che tutto ha tranne i mega yacht nonostante le centinaia di migliaia di euro spesi per attività di promozione, fatti che basterebbero a far fuggire anche uno con la faccia di travertino, vediamo i risultati economici. Alcuni traffici merci hanno segnato -90%, con una riduzione media superiore al 26%. I passeggeri sono diminuiti rispetto all’era Ciani di circa seicentomila unità. Mai il porto ha contribuito ad alcune spese che il Comune sostiene per consentire transito di passeggeri e merci. Ma seguendo l’intervista di Monti, si arriva a negare l’evidenza con una disinvoltura che sconcerta. Si rivendicano questi “grandi risultati”(?), e insieme si rivendica la “massima trasparenza” dell’ente, il giorno prima che l’Autorità Anticorruzione indica l’Autorità Portuale di Civitavecchia come uno tra gli enti che non hanno nemmeno trasmesso le informazioni dovute per legge. Quanto riscontrato dalla Ragioneria Generale dello Stato è noto a molti: una gestione che presenta numerose violazioni di legge e di principi costituzionali. Iniziamo anche a capire perché i “professionisti” nostrani delle battaglie per la legalità tacciono di fronte ad alcuni fatti. Questi sono i fatti. Se dovesse essere giudicato su questo, Monti già non sarebbe più presidente. Ma poi ci sta la politica e su questo Monti ha ragione. Occorre vedere ora se nel suo girovagare da destra a sinistra, abbia trovato in questi quattro anni sponsor diversi da quelli di estrema destra che lo nominarono nel 2011. Il Pd comunque ha detto chiaramente che, se questo è il lavoro iniziato, è meglio che Monti la smetta qui. Se lui ritiene questo sfacelo “un lavoro iniziato” – conclude Crisostomi – ha probabilmente ragione il Pd a livello parlamentare, regionale e locale a non volerlo vedere finito ma neanche continuato”.