Il tempo per le società partecipate sembra trascorrere più lentamente. Un anno fa veniva firmato con i sindacati un accordo che avrebbe dovuto segnare l’inizio di una nuova era. Dopo dodici mesi siamo ancora al punto di partenza e il consiglio comunale di questa mattina lo dimostra.
Al centro del dibattito, teso ed animato anche per via della presenza di un centinaio di lavoratori all’aula Pucci, una delibera della maggioranza M5S per creare un consiglio di amministrazione. Un anno fa guai a parlare di cda, così come di superminimi e promozioni poco attinenti alla realtà, ed anche per questo i lavoratori sono sul piede di guerra, infastiditi, per usare un eufemismo, visti i sacrifici che fanno, come la giornata di lavoro a cui rinunciano, sempre in base all’accordo di un anno fa.
“Il cda serve per supportare il lavoro dell’amministratore de Leva”, ha affermato il sindaco Cozzolino. Il primo cittadino ha poi snocciolato una serie di numeri per spiegare che i costi per pagare i tre consiglieri di amministrazione saranno inferiori a quanto sarebbe costato un nuovo dirigente. Un risparmio e nessuna poltrona da assegnare, ha aggiunto Cozzolino, sottolineando che i due membri che andranno ad affiancare de Leva arriveranno dall’avviso pubblico indetto per trovare l’amministratore della società e non saranno dei raccomandati politici.
Un messaggio chiaro, nei piani del 5 Stelle, ma la rivendicazione di onestà e discontinuità è apparsa estemporanea, non sembra tenere conto di quella che è la realtà del momento. I lavoratori sono preoccupati per il loro futuro, dopo le incognite che sono nate intorno al loro tfre chiedono rassicurazioni e quelle arrivate oggi dal sindaco Cozzolino non sembrano bastare.
In questo clima generale di sospetti e paure si inserisce la critica politica, di un’opposizione che boccia la strada che sta imboccando l’amministrazione comunale. “Invece di creare un cda, si faccia lavorare chi già è in organico”, ha affermato il capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso. “L’assessore Savignani aveva detto che si dimetteva perché la nave ormai era in porto, ma in realtà l’ha abbandonata nel pieno di una tempesta”, ha dichiarato il capogruppo Pd Marco Piendibene. Ed il cda, per l’opposizione, non è la ricetta per curare Csp. Sempre per Piendiebene, bisogna rivedere ad esempio i contratti di servizi, altrimenti la società non avrà un futuro.
Tra una polemica e l’altra, alla fine si è arrivati all’approvazione della delibera. Si attendono ora chiarimenti sulla lettera con cui de Leva ha fatto, involontariamente, scattare l’allarme sul tfr e stupisce che ancora il sindaco Cozzolino non l’abbia contattato, come rivelato da lui stesso in risposta alla sollecitazione di Grasso, visto che il documento risale a venerdì scorso e ha fatto discutere per tutto il fine settimana. Così come lascia perplessi il faccia a faccia avuto all’esterno dell’aula Pucci tra il primo cittadino ed alcuni sindacalisti mentre il dibattito dentro volgeva ormai al termine. In sostanza, il dialogo tra le parti procede a singhiozzo per questioni di forma, per come vengono portate avanti le comunicazioni. Ad un anno dal famoso accordo, il problema di Csp non è però la forma, ma la sostanza. La società non ingrana, i problemi vecchi che si pensavano superati sono improvvisamente tornati, o forse non sono mai stati risolti, e ora rischiano di affossarla.