Una protesta dai contorni paradossali quella messa in atto da alcuni giorni dagli autisti del trasporto pubblico urbano. La denuncia arriva da una telespettatrice, che ha contattato la nostra redazione per raccontare l’episodio che l’ha vista protagonista qualche giorno fa. Salita su un bus della linea B alla fermata di via Roma, la donna si è recata come di consuetudine dal conducente per acquistare il biglietto ma quest’ultimo si è incredibilmente rifiutato di venderle il ticket.
Alla richiesta di spiegazioni da parte della signora, l’autista ha affermato che si tratta di una forma di protesta del personale dipendente di Argo che, come specificato dall’uomo alla cliente, si è visto tagliare dalla busta paga una cifra intorno alle 200 euro. La donna, intenzionata a pagare regolarmente il biglietto, ha quindi protestato e sollevato dubbi sull’utilità della protesta, dando vita ad un’accesa discussione. Il conducente, tuttavia, non ha cambiato idea, tanto che la donna è scesa dall’autobus indignata rifiutandosi di usufruire del servizio. Secondo la Cgil, comunque, parlare di protesta è errato. Stando a quanto spiegato dal sindacato, il malumore dei dipendenti di Argo deriverebbe dal taglio, da parte dell’azienda, dell’integrativo di cui beneficiavano gli autisti proprio per la vendita dei biglietti. “Quello che manca – afferma la Cgil – è un’indicazione precisa da parte dell’azienda, che non avrebbe dovuto mai affidare questo servizio ai conducenti dei bus”. Fatto sta che la singolare protesta, o quanto meno il mal di pancia, dei dipendenti Argo prosegue, anche se non mancano le lamentele e i dubbi di alcuni cittadini. Come quello ad esempio della signora che ha contattato la nostra redazione per raccontare quanto le è accaduto. “È assurdo – afferma la nostra telespettatrice – come si può pensare che la situazione dei lavoratori migliori se si mette in atto un’iniziativa che va a danneggiare le casse dell’azienda?”. Un interrogativo al quale, tuttavia, il conducente del bus sul quale era salita la signora non ha voluto, o non ha saputo, dare risposta.
Continuiamo a parlare di Argo, perché si registra anche l’intervento della Filt Cgil. Il segretario territoriale Francesco Guidara innanzitutto si scusa con i cittadini per il disagio creato e poi spiega che in realtà non si tratta di una protesta, ma della conseguenza del taglio dell’integrativo aziendale, che ha tolto agli autisti la possibilità di svolgere alcune mansioni, tra cui quelle relative ai biglietti. Guidara sottolinea che il 14 aprile il sindacato aveva invitato l’azienda a fare marcia indietro, chiedendo anche un incontro per affrontare la questione, incontro che si svolgerà l’8 maggio.
Sulla vicenda interviene anche il comitato degli autisti di Argo, precisando che non si tratta affatto di una paradossale protesta. Gli autisti, piuttosto, affermano che la decisione rappresenta la conseguenza della disposizione del commissario straordinario Ferdinando Santoriello, il quale, a detta del comitato, ha tolto la possibilità ai conducenti di vendere il biglietto come precedentemente erano stati autorizzati a fare ricevendo un compenso stabilito dalla legge e dagli accordi sindacali. “Come autisti – afferma il comitato, che chiede inoltre il sostegno della cittadinanza – siamo consapevoli del danno erariale che questo comporterà alla nostra azienda. Non siamo noi i colpevoli, piuttosto chi ci ha impedito di svolgere un servizio”.
Si apre però un piccolo giallo, in quanto il comitato dei lavoratori di Argo, che si è costituito nel febbraio scorso, attraverso il portavoce Sami Jamaldine prende le distanze da quanto dichiarato dal comitato degli autisti dell’azienda municipalizzata. Jamaldine precisa che quanto scritto nell’intervento non è a nome del comitato dei lavoratori di Argo.