“Il Pd non è interessato a coalizioni innaturali”. Così il segretario del partito, Patrizio De Felici, replica alle critiche di Dimitri Vitali, sostenendo che il capogruppo consiliare del Pdl alza polveroni sperando di distrarre gli elettori che si sono amaramente pentiti di averlo votato.
“Il capogruppo del Pdl in consiglio comunale – dichiara De Felici – si dà alla polemica politica. È comprensibile, le amministrative si avvicinano, lui e la sua maggioranza hanno combinato ben poco e hanno di che preoccuparsi. Si tranquillizzi Vitali, il Pd non è interessato a coalizioni innaturali. Si è visto come sono andate le tanto sbandierate larghe intese di tre anni fa: è rimasto un cumulo di macerie fumanti. Da allora ad oggi il Pdl si è frantumato in scissioni, lotte intestine e recentemente è stato commissariato, e tra l’altro sia il commissario che il vice non sono esponenti di Civitavecchia, probabilmente neanche nel Pdl si fidano di loro. In questo mare in perenne tempesta la maggioranza cui fa capo Vitali si è salvata grazie al trasformismo di alcuni consiglieri mentre il pirotecnico programma presentato agli elettori nel 2007, programma che doveva portare Civitavecchia in Europa, si è rivelato per quel che era: una presa in giro. Oggi Civitavecchia è più lontana dall’Europa di quanto lo fosse tre anni fa. Più che pensare alle future alleanze del Pd – continua De Felici – Vitali dovrebbe valutare quanto promesso e quanto realizzato dalla sua maggioranza. Il bilancio è fallimentare, come è evidente a tutti. La nostra città è in continua emergenza: occupazionale, idrica, ambientale, urbanistica, per non parlare della questione morale. Non è stato creato un solo posto di lavoro, non è stato risolto uno solo dei problemi strutturali della città, non è stata data una speranza ai giovani. Di risolvere questi problemi dovrebbe occuparsi il capogruppo del Pdl. Ma è evidente che non riesce a farlo all’interno di una maggioranza rissosa e poco incline a farsi carico dei problemi della città (a meno che non si tratti di varianti urbanistiche)”.