Il nostro obiettivo è ovviamente quello di ripagare i debiti, piuttosto che farne di nuovi. Inizia così la replica del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle agli attacchi pervenuti da alcuni esponenti del Pd all’indomani della notizia del declassamento del Comune da parte dell’agenzia di rating Moody’s. Un declassamento a cui i 5 Stelle affermano di non dare peso.
Il movimento preferisce affrontare la situazione attraverso la “relazione di deferimento della corte dei conti per il comune di Civitavecchia per gli anni 2011, 2012 e 2013” all’interno della quale vengono contestati al Comune la stipula dei derivati, stando alla maggioranza creati dalla stessa amministrazione De Sio che nel 2004 vantava il rating A1, i debiti fuori bilancio non opportunamente segnalati e i famosi fondi Enel, il cui utilizzo per la spesa corrente è stato giudicato dalla corte dei conti come un elemento di criticità dei bilanci passati e causa delle difficoltà dei bilanci futuri. Di seguito l’intervento integrale. “Iniziamo subito dall’argomento derivati – affermano i 5 Stelle – Nella relazione si legge che l’Ente ha in corso contratti relativi a tre operazioni finanziarie in SWAP i cui flussi sono stati negativi nelle annualità ante 2013 e parimenti negative sono le previsioni iscritte nel triennio 2014-2016 per importi di rilevante entità: € 2.181.000,00 per il 2014; € 2.721.159,00 nel 2015; €3.725.524,00 nel 2016, quale ulteriore elemento di criticità per la costruzione e la tenuta degli equilibri di bilancio. Il valore complessivo di estinzione valutato al 31/12/2013 era di € 32.359.595,67. Quelli vantavano il famoso rating A1 del 2004 sono gli stessi che hanno contratto i debiti a carico delle future amministrazioni! Jenny Crisostomi del Partito Democratico, che sembra essersi erta a portavoce dell’assessore al bilancio della giunta De Sio, potrebbe anche dare un giudizio anche su queste operazioni di finanza creativa invece di parlare solo del meraviglioso rating del 2004. Sempre nella relazione della corte dei conti: “nella relazione di fine mandato del 7 aprile 2014 firmata dal dirigente del Servizio finanziario è dichiarato che non ci sono altri debiti fuori bilancio da riconoscere”. Quindi, neanche il dirigente del servizio finanziario della gestione commissariale era stato messo a conoscenza dei debiti fuori bilancio che solo sei mesi dopo abbiamo dovuto riconoscere, per un importo complessivo di altri cinque milioni. Per finire, nella relazione della corte dei conti sono citati i famosi fondi Enel: “Il contributo Enel, sebbene non riconducibile ad una entrata fissa e ricorrente del bilancio comunale sia nel flusso che nell’entità, è di fatto stato destinato negli anni al finanziamento delle spese correnti”. La corte dei Conti ha evidenziato questa questione come un elemento di criticità dei bilanci passati e causa delle difficoltà dei bilanci futuri: i costi della macchina comunale (ricorrenti) sono stati tarati sulla base di entrate non ricorrenti. A conferma di ciò il parere dell’organo di revisione sulla proposta di bilancio di previsione 2014 evidenziava già: “la gestione commissariale ha provveduto a redigere il bilancio 2014 e il pluriennale 2014-2016, senza tenere conto degli eventuali contributi Enel per danno ambientali, utilizzati impropriamente negli anni precedenti per finanziare spese correnti”. In sostanza i fondi Enel avevano squilibrato il bilancio comunale, e già il commissario prefettizio li aveva eliminati perché non aveva trovato alcun contratto o accordo per pretenderli (Verba volant, scripta manent). Chi in campagna elettorale sosteneva che qualora avesse vinto il Movimento Cinque Stelle ci sarebbe stato un disastro del bilancio comunale, lo faceva perché era a conoscenza di questo squilibrio? E se avesse vinto come lo avrebbe compensato, perseverando a prendere soldi dall’Enel e versandoli nella spesa corrente così come stigmatizzato dalla Corte dei Conti e dal Mef? A questo contesto vanno aggiunti i tagli agli enti locali da parte del governo Renzi (quest’anno quasi tre milioni di euro) ed il fondo per la copertura dei residui attivi che costerà un milione e trecento mila euro ogni anno per i prossimi trent’anni. Oltre l’accordo decennale con il porto, l’amministrazione comunale è seriamente impegnata a tirare fuori la città da questo pantano economico-finanziario attraverso delle soluzioni indolori ai contribuenti che saranno illustrate nei prossimi giorni. Tuttavia è giusto che i cittadini, a fronte delle difficoltà che vivono in termini di scarsa qualità dei servizi e alta pressione fiscale, conoscano le cause delle criticità del bilancio comunale affinché non permettano ai loro futuri rappresentanti di fare finanza creativa e di continuare a gonfiare le spese ricorrenti pagandole con contributi straordinari”.