Le ragioni della caduta della giunta Tidei sono incomprensibili. Almeno per Marco Di Gennaro, che in una lunga nota fa la cronistoria della crisi che ha portato alla fine dell’amministrazione comunale. Citando diversi interventi degli alleati, l’ex consigliere comunale della Lista Tidei dice di non capirli, lamentando poi la mancata condivisione delle regioni della sfiducia.
“Non ho saputo dare una risposta – afferma Di Gennaro – a coloro che mi hanno chiesto perché è caduta la giunta Tidei, non avendo io stesso compreso le motivazioni alla base della decisione dei consiglieri di maggioranza dimissionari, anche perché gli stessi non hanno ritenuto di condividerle con i colleghi né prima, né dopo. Ho cercato, quindi, di capire leggendo le loro dichiarazioni riportate sui media nei giorni precedenti l’evento e, a dire il vero, questo non mi ha aiutato molto. Ma andiamo per ordine. La principale motivazione, da quanto emerge dai media, è stata la questione della cosiddetta acqua pubblica, ovvero l’ingresso o meno di Civitavecchia in Acea Ato2. Il confronto su questo tema è stato per alcuni aspetti surreale, tenuto conto che il 13 novembre Fabrizio Lungarini, dopo aver ricordato che “… in maggioranza tutti sono contrari al passaggio in Acea Ato2” affermava “… il problema è più tecnico che politico. Esiste, infatti, una sentenza del Consiglio di Stato che impone il passaggio ad Acea Ato2”. Un altro esponente di Ritorna il Futuro dichiarava il 17 novembre che era inutile chiedere al consiglio comunale la revoca della delibera di adesione all’Ato2 perché non sarebbe servito a nulla. A ciò va aggiunto che il sindaco Tidei, pur favorevole al passaggio ad Acea, società ad oggi pubblica, non solo non ha mai preso alcun atto per favorire questo passaggio ma ha, addirittura, promosso il ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar che imponeva il passaggio ad Acea Ato2. Proprio per non aver aderito ad Acea Ato2, ottemperando alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, il sindaco TIdei è stato denunciato dal consigliere Moscherini da sempre favorevole al passaggio in Acea Ato2. Lo stesso Moscherini, poche settimane orsono, si era dichiarato anche contrario all’azienda speciale dell’acqua con le parole “Chi dovrebbe pagare quest’azienda?”. Sembra, quindi, poco sostenibile la motivazione addotta dai firmatari della difesa dell’acqua pubblica a fronte del paradossale connubio con chi ha sempre sostenuto il passaggio ad Acea e si è dichiarato contrario all’azienda speciale. Per quanto concerne gli altri punti enunciati sulla stampa il 23 novembre e che Sel riteneva importanti ai fini di una verifica (quale!?) , ovvero riapertura dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, Terme, Urbanistica e codice etico, va detto, per quanto concerne l’Aia, che già in una precedente riunione di maggioranza il sindaco si era dichiarato favorevole ad una riapertura della procedura che doveva vedere l’impegno di tutte le forze politiche essendo la Regione l’unico ente preposto a tale compito ed aveva dato mandato al nuovo direttore dell’Osservatorio ambientale di predisporre la necessaria documentazione. La delibera sulle Terme, in procinto di essere portata in consiglio con l’approvazione di tutti, è stata bloccata, come a tutti noto, per le obiezioni sollevate dall’avvocatura del Comune. La stessa semplice proposta di dare alle cooperative terreni destinati all’Ater per il rischio che andassero persi finanziamenti destinati, comunque, ad un ‘edilizia sociale e rimandando di poco l’affidamento ad Ater di altri terreni, non mi sembra motivo sufficiente per mandare a casa un’amministrazione che stava lavorando bene. Per quanto riguarda il codice etico, ovvero le temute larghe intese, la migliore risposta ai fantasmi sempre evocati da Sel l’ha data Moscherini il giorno stesso dello scioglimento del consiglio dichiarando, quasi con un pizzico di rimprovero verso Tidei “più di una volta ho chiesto a Tidei di aprire alle larghe intese per il bene della città ma ha sempre detto di no”. Se a ciò si aggiunge la perentoria affermazione “Siamo stati eletti in maggioranza, stiamo in maggioranza e continueremo a stare al nostro posto” rilasciata dalla lista Ritorna il futuro il 16 novembre e smentita nei fatti solo pochi giorni dopo, le motivazioni della caduta della giunta Tidei continuano a rimanermi incomprensibili. Altrettanto incomprensibile e scorretto personalmente, prima ancora che politicamente, ritengo il mancato confronto con i colleghi da parte dei firmatari su una decisione di tale importanza, presa in maniera frettolosa e furtiva, anche alla luce della condivisione di tante problematiche sino a poche ore prima. In sintesi, quindi, i colleghi di maggioranza che hanno determinato lo scioglimento del consiglio hanno consegnato la gestione dell’acqua ad Acea, hanno fatto loro le larghe intese di cui accusavano Tidei, hanno messo a rischio delicate situazioni occupazionali ed hanno interrotto il virtuoso percorso di un’azione amministrativa di cui, pur nell’ambito di una dialettica talvolta eccessiva, sono stati parte importante”.