“Tagli uguali per tutti, poveri e ricchi, ed adesso obiettivi indifferenziati per tutti, poveri e ricchi, con il risultato che la ASL RM F risulta sempre più penalizzata. Non si contano più i decreti commissariali dai contenuti spesso contradditori a testimonianza di una stesura frettolosa chiaramente determinata da esigenze di cassa con scarsa attenzione alle reali necessità assistenziali dei vari territori”.
“Tutto si giustifica con l’esigenza di porre rimedio al deficit della regione Lazio, accumulatosi negli anni per colpe che non sono certo da attribuirsi a pazienti ed operatori sanitari che sono oggi , però, i primi a pagare il prezzo di questo selvaggio rimodellamento del sistema sanitario laziale . Ciò che si sarebbe dovuto fare con il bisturi della oculata valutazione, capace di differenziare le varie situazioni, e con l’adeguata tempistica che interventi in campo sanitario impongono, viene fatto a colpi di mannaia con tagli indiscriminati, chiaro segno di mancanza di analisi e di condivisione, e con una improvvida fretta che rischia di avere conseguenze drammatiche sulla salute dei cittadini. Ma la parola salute, così come la sua tutela, non sembra essere tra le priorità degli estensori delle migliaia di pagine nelle quali si continua a non tener conto delle specifiche difficoltà della nostra ASL. Si chiude l’ospedale di Bracciano senza porsi il pensiero della particolare situazione geografica del territorio e dell’elevato numero di assistiti con le inevitabili problematiche legate alle situazioni di emergenza che non potranno trovare assistenza nella prevista riconversione dell’ospedale e dovranno essere trasferite in altre strutture ospedaliere poste ad una distanza che gli stessi decreti commissariali ritengono eccessiva per una adeguata assistenza. Si stabilisce come obiettivo che l’ ospedale di Bracciano deve garantire la stabilizzazione dei pazienti ed il loro trasferimento ma non si forniscono le adeguate risorse perché ciò possa avvenire. Si aumenta il numero di posti letto chirurgici ed ortopedici nell’ospedale san Paolo in previsione di un aumento dell’attività conseguente alla chiusura di Bracciano e non si concede l’aumento dei posti letto del nuovo reparto di Rianimazione necessari per l’assistenza ai pazienti operati. Si dovrebbe potenziare il Pronto Soccorso di Civitavecchia ma non vengono dati i finanziamenti necessari per completare il nuovo Pronto Soccorso . Si dovrebbero attivare altri 6 posti letto in Cardiologia, come previsto da uno dei tanti decreti, ma non viene autorizzata l’assunzione del personale necessario . Lo stesso vale per l’Emodinamica e per tante altre situazioni in cui alla grave carenza di organico , sia medico che infermieristico, non viene data dalla Regione risposta alcuna. La grande ipocrisia è anche quella di dire che , nonostante il blocco indiscriminato del turn-over, la Regione concederà eventuali deroghe per l’assunzione, salvo poi non prendere in alcuna considerazione le richieste e non dare risposta né in senso positivo né negativo, compiendo così una grave omissione di atti d’ufficio. Si assicura di voler mantenere un adeguato livello assistenziale e si impone l’impossibile vincolo di ridurre la spesa del personale rispetto al chiaramente insufficiente livello del 2004. Si impone il pareggio di bilancio del nostro ospedale ma nulla si fa per l’adeguamento delle strutture e per assicurare il personale necessario. Insieme a quello che si deve fare, la Regione dovrebbe anche trovare il coraggio di dire ai cittadini i servizi che non potranno più avere oltre a quelli che già non hanno. Va ristabilito il giusto equilibrio fra le necessità dell’economia ed il fondamentale diritto della tutela della salute per non correre il rischio, come si suo, dire, che l’operazione, in questo caso economica, riesca ma il paziente, ovvero la tutela della salute, muoia. Questo è compito della politica e per questo motivo l’UDC promuoverà un tavolo di confronto con tutti i partiti sulla salute la cui difesa non tollera divisioni”.
C.Vecchia 11.01.2011 Marco Di Gennaro Segretario UDC