I consiglieri di opposizione intervengono sulla questione del diportismo locale e giudicano negativamente la soluzione proposta dal Sindaco Moscherini con la costruzione di un porticciolo in località La Frasca.
Il loro "no" giunge in ordine alla tipologia dell'opera: diversa dall'approdo previsto dal piano regionale dei porti; alle sue dimensioni, all'impatto ambientale: visto che le previsioni progettuali di massima presentate definiscono la stessa opera ad alto impatto ambientale ed infine ai tempi ed ai criteri di assegnazione in quanto il censimento delle imbarcazioni definito qualche anno fa e sul ruolo delle associazioni appare inadeguato perchè effettuato con modalità poco attendibili e non comprende diversi proprietari di imbarcazioni che, di fatto, sono rimasti esclusi e perchè nelle associazioni risultano vari iscritti che non possiedono barche. Quindi i consiglieri di opposizione rilanciano avanzando una proposta alternativa, stilata in base ad esigenze reali e non presunte dei diportisti, consistente nella sistemazione delle imbarcazioni in tre siti distinti: l'anfiteatro della Marina, il porto storico ed in un piccolo approdo da realizzare nei pressi della centrale di Torre Nord. Tale soluzione – proseguono – è più rapida perchè fondata in gran parte sull'utilizzo di strutture esistenti, da attrezzare con pontili mobili. Anche le nuove opere da costruire: la messa in sicurezza dell'anfiteatro della Marina e la costruzione dell'approdo non necessiterebbero di tempi lunghi, ne di particolari e complesse autorizzazioni visto che un approdo non verrebbe sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, né, a verifica di assoggettabilità. E' chiaro – concludono – che tali opere dovranno essere a carico dell'Enel, come da decreto VIA (n. 680/03) della centrale a carbone che lo ha espressamente previsto negli interventi di compensazione e della Compagnia Porto di Civitavecchia. Infine, circa le modalità di assegnazione, viene proposta una preventiva predisposizione di una anagrafe del diportismo locale a cura dell'Autorità Portuale e della Capitaneria di porto, in cui vengano riportati i nominativi dei proprietari, la loro residenza, i dati assicurativi e la tipologia (lunghezza, pescaggio, ecc) delle stesse imbarcazioni da verificare in loco anche mediante rilievo fotografico. Ciò al fine di evitare le solite furbizie e di avere una mappatura precisa e attendibile della domanda di posti barca su cui calibrare le opportune soluzioni.
Il problema del diporto locale conseguente all'ampliamento del porto. La proposta dei consiglieri di opposizione al Comune di Civitavecchia
Premessa
"Il nostro litorale, dal fosso del Marangone all'estremità nord della frasca, rappresenta l'unico tratto di costa rocciosa incastonato tra le spiagge della foce del Tevere e quelle della Maremma. Tale peculiarità, fin dai tempi dei Romani, ha creato i presupposti per uno scalo marittimo che non fosse soggetto a periodici insabbiamenti che ne pregiudicassero la funzionalità. Il destino del litorale di Civitavecchia è ancora oggi (più che mai) oggetto di un dibattito che interessa ed appassiona la città. Il difficile connubio tra lo sfruttamento costiero finalizzato al lavoro ed allo sviluppo e l'antitetica necessità di mantenere inalterati e fruibili i tratti residuali di una meravigliosa porzione della costa tirrenica dà luogo a prese di posizione pubbliche quasi quotidiane. Abbiamo ascoltato pareri condivisibili ed altri sui quali non ci troviamo d'accordo, opinioni più sfumate sulle quali poter discutere, punti di vista di importanti esponenti istituzionali e anche di forze politiche. Vogliamo anche noi, sommessamente, portare un contributo alla discussione così come faremo per altri argomenti di grande interesse. Soprattutto, inoltre, ci adopereremo per evidenziare le posizioni strumentali, le promesse irrealizzabili volte solo a carpire l'effimero consenso nel breve lasso di tempo che ci separa dal prossimo appuntamento con le urne.La situazioneE' noto come il Piano Regolatore Generale del porto di Civitavecchia preveda un forte sviluppo verso nord dello scalo, con la prossima costruzione della Darsena Traghetti e della Darsena Energetica Grandi Masse (DEGM).
E' noto altresì come tale sviluppo, che consideriamo assolutamente necessario, ponga il problema di una delocalizzazione delle attività diportistiche presenti lungo la linea di costa compresa tra le zone de "La Mattonara" e di "Torrevaldaliga". Per le piccole imbarcazioni dei civitavecchiesi presenti in quell'area è quindi necessario trovare una sistemazione alternativa che sia quanto più rapida, economica e ambientalmente sostenibile.
La soluzione proposta dal Sindaco Moscherini
La soluzione prospettata al riguardo dal Sindaco Moscherini è quella di costruire un nuovo porticciolo in località Frasca, secondo le previsioni illustrate il 04/08/2008 all'aula Pucci dall'ing. Stefano Bossini della Compagnia Porto di Civitavecchia, per tramite di una società mista partecipata (in diversa misura) dalla Compagnia Porto, dall'Autorità Portuale e dal Comune. Tale porticciolo, da realizzare in un tratto di costa compreso tra 600 metri e un chilometro a nord dalla centrale Enel, sarebbe destinato ad ospitare circa 950 barche (600 per natanti fino a 10 metri più altri 350 per imbarcazioni comprese tra i 10 e i 20 metri), con relativo molo di soprafflutto da circa 900 metri, una vasta area (compresa tra gli 8 e i 16 ettari da ricavare tramite tombamento di un tratto di mare) destinata alla cantieristica e un parcheggio da 1000 posti auto. Al momento, visto che si parla di un semplice disegno senza alcun approfondimento progettuale, non si possiedono informazioni circa gli eventuali dragaggi che peraltro l'ing. Bossini ha dichiarato di voler minimizzare o addirittura evitare, aspetto su cui è lecito dubitare a fronte di una darsena destinata a imbarcazioni tanto grandi (specie se a vela). L'opera, secondo quanto promesso dal Sindaco, dovrebbe essere realizzata in non meno di 15 mesi dall'ottenimento delle relative autorizzazioni. Risultano ancora poco chiare le modalità di gestione riservate ai diportisti, che dovranno comunque farsi carico delle spese di condominio, mentre per l'assegnazione dei posti barca farà fede il censimento delle imbarcazioni effettuato a suo tempo dall'Autorità Portuale salvo un ulteriore verifica per tramite delle associazioni diportistiche locali.
Il nostro giudizio
I Consiglieri di opposizione giudicano negativamente questa soluzione, con specifico riguardo:
alla tipologia – Perché le giuste richieste dei diportisti vengono usate strumentalmente per realizzare un'opera con chiare finalità di lucro, evidenziabili nella gestione economica della struttura (compravendita e affitto dei posti barca, esercizi commerciali, ecc) e nella previsione in loco di una rilevante attività cantieristica da parte di imprese anche non locali. Il porticciolo che si vorrebbe realizzare è quindi qualcosa di ben diverso dall'approdo previsto in località Frasca dal Piano regionale dei Porti.
alle dimensioni – Perché rispetto alle esigenze a cui dovrebbe rispondere l'opera risulta sovradimensionata, laddove occorre sottolineare che le imbarcazioni interessate dalla delocalizzazione sono 250-300 al massimo e che il Piano Operativo Triennale (POT) indica in 700 posti barca l'offerta necessaria a soddisfare l'intero diportismo locale. Non risulta però che l'opera sia destinata a tutti i diportisti di Civitavecchia, i quali continuano per buona parte a guardare ad altre soluzioni (quali l'approdo o porticciolo allo scalo Matteuzzi): fosse anche questo il caso, tuttavia, risulterebbe comunque del tutto "aggiuntiva" la previsione di ben 350 posti barca tra i 10 e i 20 metri che certo non possono essere destinati al diportismo amatoriale civitavecchiese.
all'impatto ambientale – Perché le previsioni progettuali di massima che sono state presentate definiscono un'opera a rilevante impatto ambientale. Tanto più in un'area destinata ad interventi di riqualificazione dai decreti VIA relativi alle opere portuali (n. 2935/97 e 6923/02), che è soggetta ad un'istruttoria da parte della Regione Lazio per essere dichiarata "monumento naturale", e, da ultimo, che per la parte a mare è Sito di Interesse Comunitario ( SIC IT 6000005 – Fondali tra punta S.Agostino e punta della Mattonara). Senza contare che il porticciolo previsto appare in realtà come una specie di "testa di ponte" – o se vogliamo la "prima pietra" – del cosiddetto terminal Cina che probabilmente rimane nei sogni del Sindaco.
ai tempi – Perché in base alle indicazioni precedenti è facile prevedere che l'opera dovrà essere sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale, con inevitabile allungamento della fase autorizzativa, terminata la quale occorreranno almeno altri 15 mesi per la realizzazione vera e propria. Un orizzonte temporale che non appare congruo alla riconosciuta necessità di soluzioni rapide per il diportismo presente in quell'area, a meno che – vista l'imminenza dei lavori di ampliamento dello scalo – non si immagini di costringere i diportisti a mettere le barche a terra per qualche anno.
ai criteri di assegnazione – Perché il sistema definito in proposito dal Sindaco, basato sul censimento delle imbarcazioni eseguito qualche anno addietro e sul ruolo delle associazioni, appare inadeguato per almeno due ragioni fondamentali: 1) perché il censimento non è stato eseguito con modalità attendibili e non comprende diversi proprietari di imbarcazioni che, per cause diverse, ne sono rimasti esclusi; 2) perché nelle Associazioni sono presenti numerosi iscritti che non possiedono imbarcazioni o che non sono residenti – o anche le due cose insieme – i quali si potrebbero trovare in condizione di vantaggio rispetto a civitavecchiesi con imbarcazione di proprietà ma non iscritti (e magari anche non censiti).
La nostra proposta
A fronte di tali rilievi i sottoscritti consiglieri comunali di minoranza al Comune di Civitavecchia propongono una soluzione alternativa, la quale, in base alle esigenze reali e non presunte del diportismo locale, preveda una sistemazione delle imbarcazioni in tre siti distinti: 1) l'anfiteatro della Marina; 2) un piccolo approdo da realizzare nei pressi della centrale TN; 3) il porto storico.
A nostro parere una simile soluzione avrebbe il pregio di essere:
più rapida – Perché in gran parte fondata sull'utilizzo di strutture già esistenti, da attrezzare con pontili mobili. Anche le nuove opere da realizzare – relativamente alla messa in sicurezza dell'anfiteatro della Marina e alla costruzione dell'approdo – sarebbero comunque di rilievo contenuto, non necessiterebbero di tempi lunghi né di particolari e complesse autorizzazioni.
più rispettosa dell'ambiente – Perché eviterebbe lo scempio di un porticciolo da 950 posti nell'unico tratto di costa comunale rimasto intatto, proponendo come parziale alternativa solo un approdo di dimensioni assai più contenute (da 200 posti barca, secondo le indicazioni del Piano regionale dei porti) e più vicino alla centrale TN, in modo da limitare al massimo ogni influenza sulla dinamica del litorale e di non invadere l'area della Frasca soggetta a riqualificazione ambientale. Un tale approdo non sarebbe certamente sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, né, molto probabilmente, a verifica di assoggettabilità.
più economica – Perché la gestione del porticciolo proposto dal Sindaco porterà a costi di condominio elevati (conseguenti a spese per dragaggi, di manutenzione, di concessione, di gestione), al contrario della nostra soluzione che esclude ogni fine di lucro e sarà imperniata sull'autogestione dei diportisti delle strutture loro assegnate. Con riguardo invece ai costi di realizzazione dell'approdo adiacente TN e delle opere necessarie all'utilizzo dell'anfiteatro della Marina, è chiaro che gli stessi dovranno essere rispettivamente a carico di Enel – come da decreto VIA (n. 680/03) della centrale a carbone che lo ha espressamente previsto negli interventi di compensazione – e della Compagnia Porto di Civitavecchia.
più giusta – Perché, per i motivi già esposti, riteniamo necessaria la preventiva predisposizione di una anagrafe del diportismo locale a cura dell'Autorità Portuale e della Capitaneria di porto, in cui vengano riportati i nominativi dei proprietari, la loro residenza, i dati assicurativi e la tipologia (lunghezza, pescaggio, ecc) delle stesse imbarcazioni da verificare in loco anche mediante rilievo fotografico. Ciò al fine di evitare le solite furbizie e di avere una mappatura precisa e attendibile della domanda di posti barca su cui calibrare le opportune soluzioni.
più rispondente alle esigenze del diporto locale – Perché consentirebbe di rispondere in modo differenziato alle esigenze del diporto locale, con tre diverse strutture caratterizzate da: 1) fondali di circa due (?) metri e scarsi spazi a terra, a cui destinare natanti a motore non superiori ai 6 metri, anche con deriva fissa (l'anfiteatro della Marina); 2) fondali inferiori ai due metri e disponibilità di aree a terra a cui destinare le imbarcazioni con minore pescaggio, in particolare le carrellabili (imbarcazioni leggere fino a 5 metri, piccole barche a vela con deriva mobile, gommoni) che abbisognano di spazi adeguati per l'alaggio e il rimessaggio di breve/lungo periodo (approdo alla Frasca); 3) fondali elevati e servizi qualificati, a cui destinare ad imbarcazioni di dimensioni più elevate, generalmente cabinate (il Porto storico). Da tenere presente che una tale suddivisione della nautica minore (da sistemare in "approdi turistici) e nautica maggiore (da sistemare in "porti turistici") risponde alle indicazioni avanzate dalla Regione Lazio.
più rispondente agli interessi della città – Perché l'assegnazione al diportismo locale dell'anfiteatro della Marina e di spazi adeguati all'interno del porto storico, sarebbe un segnale tangibile del recupero ai civitavecchiesi di aree che non possono essere destinate all'abbandono o alla speculazione privata. In particolare proprio per il porto storico che si vorrebbe trasformare in un Marina Yachting per imbarcazioni di lusso, con i nostri concittadini ridotti al ruolo passivo di spettatori. Al riguardo giova perciò ricordare due determinazioni assunte a suo tempo dal consiglio comunale: 1) la delibera approvata nel dicembre 2004 dalla Giunta De Sio, che nell'intento di recuperare spazi al piccolo diportismo aveva previsto la destinazione temporanea ad approdo dello specchio d'acqua e delle strutture dell'Anfiteatro della Marina"; 2) l'emendamento n.10 approvato nel settembre 2004, quando nell'ambito del procedimento di intesa sulla variante al Piano Regolatore fu espressamente previsto che al fine di riconoscere "…le esigenze dei tanti piccoli diportisti di Civitavecchia proprietari di imbarcazioni inferiori ai 10 metri… venga destinato ad essi un giusto spazio all'interno del nuovo porto turistico…" (ossia il porto storico). Sempre nel periodo De Sio, poi, in sede di convenzione Comune/Enel fu sancito di delocalizzare i diportisti "…nelle aree marittime della centrale di Torre Nord…"
Da ultimo una considerazione. Nell'opera proposta dal Sindaco Moscherini si prospetta una soluzione comune per il diportismo e la cantieristica locale, sostenendo l'inevitabilità di una delocalizzazione di entrambi dalle aree interessate allo sviluppo del porto. Per questa strada il destino dei diportisti viene indissolubilmente legato a quello della cantieristica, con uno svantaggio evidente per i primi che per risolvere i loro problemi pare debbano farsi carico anche di quelli altrui. In realtà le cose sono un po' diverse da come presentate. E' infatti vero che le aree attualmente in concessione ai cantieri locali debbano essere messe a disposizione della Compagnia Porto di Civitavecchia per realizzare la DEGM, ma è altrettanto vero che il Piano Regolatore Generale del porto assegna proprio alla cantieristica una specifica localizzazione all'interno della stessa darsena, con relativi spazi a mare su fondali di 5 metri.
Allo stato dei fatti non è quindi prevista uno spostamento definitivo fuori del porto dei cantieri – paventato in realtà solo nell'atto di concessione demaniale rilasciato dall'Autorità Portuale (non a caso sotto la presidenza Moscherini) alla Compagnia Porto di Civitavecchia – che risulterebbe in contrasto con le richiamate previsioni Piano Regolatore. Ne risulta che nelle attuali condizioni la cantieristica "locale" (anche se poi Moscherini si riferisce spesso anche a quella non locale) potrà e dovrà continuare a operare e a svilupparsi dentro il porto, al pari di quanto è stato concesso alla Privilege che ha avuto in concessione ben 6 ettari all'interno dello scalo."
Civitavecchia, 5 settembre 2008
I Consiglieri Comunali di opposizione