Comprate l’autoclave. È la surreale risposta che alcuni condomini di via Veneto si sarebbero sentiti fare dal tecnico inviato da Acea a chiarire i motivi dei cronici disservizi all’erogazione idrica. I fatti sono conosciuti allo stesso sindaco Piendibene, che proprio la scorsa settimana interessò la parte tecnica di Ato2 affinché le rimostranze dei cittadini fossero in qualche modo ascoltate.
Ma a giudicare dall’esito dell’incontro, per quanto ci è stato riportato dai cittadini vittime della insolita situazione, non è andata benissimo.
Riavvolgiamo tuttavia il nastro per capire: i palazzi ai numeri civici dal 24 al 34 di via Veneto soffrono da anni di un disagio creato dalla bassa pressione dell’acqua, se non direttamente da rubinetti a secco, sia di notte che nel pomeriggio. Una situazione che chiaramente causa molti problemi alla quotidianità delle circa cento persone che abitano nell’area, costrette da anni a fare a meno, in quegli orari, a lavastoviglie, lavatrici e persino caldaie. Neanche un rapporto diretto con Acea ha però risolto nulla. Da quel che è emerso, a gestire tutto è un sistema di telecontrollo messo lungo l’acquedotto a Santa Marinella e l’azienda che gestisce il servizio idrico nella Città Metropolitana di Roma non intende procedere ad ulteriori regolazioni del flusso, se non quelle meccanizzate, per assicurare almeno quel mezzo bar di pressione con cui dovrebbe servire per contratto tutte le utenze, anche quelle di via Veneto.
Di qui l’inverosimile risposta che sarebbe stata ricevuta dai condomini: l’unica soluzione è che essi comprino un sistema di pompaggio a proprie spese (inclusi spazi condominiali ed energia per alimentarlo). Ma tutto lascia pensare che non vi sarà una resa incondizionata da parte degli utenti pagatori.