Il "villaggio di legno" è un'iniziative che fa trasecolare. Così Annalisa Tomassini, membro esecutivo regionale del Partito Democratico, commenta la soluzione annunciata tempo fa dal sindaco per risolvere l'emergenza abitativa. Leggi la nota integrale.
Nella difficile conduzione delle amministrazioni locali ,spesso è necessaria una certa dose di creatività e di inventiva personale da parte dei Sindaci ,ma quando le loro azioni rischiano di produrre disastri e di ridicolizzare le istituzioni cittadine,urge fare alcune considerazioni.
Il cosiddetto "villaggio di legno",annunciato con orgoglio dal Sindaco di Civitavecchia,è un'iniziativa che dovrebbe far trasecolare chiunque avesse un minimo di onestà intellettuale ed una qualche attenzione alla qualità della vita dei cittadini.
Innanzitutto dobbiamo ricordarci che quello dell'emergenza abitativa è stato uno tra i primi problemi affrontati da questo sindaco ,il quale però.ancorchè aprire un tavolo di concertazione con l'istituzione pubblica deputata a risolvere il problema e che aveva la disponibilità economica per realizzare un numero di alloggi addirittura superiore alla domanda,cosa fa?
Lancia strali ed invettive contro l'Ater ed i suoi rappresentanti e porta in Consiglio Comunale(tra i primi atti dell'Assise appena insediata),una variante urbanistica riguardante un'area a ridosso di Via Veneto ,che aveva la destinazione acconcia per realizzare alloggi di edilizia pubblica e per la quale l'amministrazione Saladini aveva avviato le procedure amministrative per la cessione all'Ater che avrebbe realizzato i primi 100 alloggi ,che oggi sarebbero in via di assegnazione.
La proposta di delibera fu votata anche dall'opposizione perché fu camuffata all'interno di un provvedimento più ampio che riguardava l'acquisto diffuso di alloggi proprio per l'emergenza abitativa e per il quale c'era uno stanziamento regionale di 2.700.000 euro.
Tra l'altro quel fondo regionale sembra essere ancora inutilizzato e sull'area da destinare all'Ater sembra che sorgerà una chiesa per la comunità romena.
Non contento di aver sottratto quell'area ,cerca di boicottare l'accordo tra Ater ed Arsial per la realizzazione di 300 alloggi a Torre d'Orlando, facendo pervenire alla Regione la sua contrarietà.
Il pallino dell'emergenza casa resta però uno dei punti di forza del primo cittadino il quale mostra i muscoli con gli imprenditori edili ed annuncia loro che per ogni piano di lottizzazione dovranno cedere un certo numero di appartamenti al Comune.
La domanda che sorge spontanea è la seguente:
gli alloggi da cedere rientrano in un normale schema di convenzione come opere di pubblica utilità,o sono pure vessazioni in cambio di atti amministrativi necessari alle realizzazioni edilizie?
Sia chiaro che se è valida la prima ipotesi ciò significherà meno spazi verdi,meno impianti sportivi,meno infrastrutture a servizio dei quartieri.
Questo contorto percorso ha portato alla soluzione agognata:lo stanziamento di oltre 3 milioni di euro per la creazione di una sorta di "ghetto" per poveri quando la comunità avrebbe a disposizione circa 15 milioni di euro per la edificazione di case "vere" perfettamente integrate con la "città costruita".
Come può,una città che ha tradizioni centenarie di lotta per l'integrazione sociale,accettare che i propri valori vengano soffocati dal comportamento di questa maggioranza,ormai chiusa in ambiti oscuri di rancore e vendetta; chi è meno fortunato deve essere confinato in una sorta di tendopoli precaria,o ha il diritto di vivere "alla pari" degli altri?
Gli errori di una larga parte del ceto politico cittadino ,compreso chi scrive,hanno messo su un vassoio d'argento la città nelle mani di chi non perde occasione per sottolinearne il distacco,ora è il momento che con senso di responsabilità ognuno faccia la propria parte e tutti insieme si ragioni seriamente sul futuro della nostra città.
Annalisa Tomassini
Membro esecutivo regionale del P.D.