CIVITAVECCHIA – Fabiana Attig, capogruppo del La Svolta in consiglio comunale, chiede ufficialmente la convocazione di un Consiglio Comunale aperto entro luglio per incalzare La Regione Lazio affinché anche il Comune di Civitavecchia possa essere riconosciuto quale sito di area di Crisi Complessa, così da attivare il sostegno economico previsto dalla Normativa di settore.
“Il paradosso è che la Regione Lazio ad ottobre 2018, meno di 8 mesi fa, su proposta della commissione Sviluppo a firma del Presidente Zingaretti e del Ministro dello sviluppo economico Di Maio, ha approvato l’accordo di Programma per la riconversione e riqualificazione dell’area di crisi industriale Complessa per 46 Comuni di Frosinone e ben 9 della Città Metropolitana di Roma. “Non si comprende come mai illustri rappresentanti politici locali come la Vicepresidente della Commissione Regionale Sviluppo Economico, Attività Produttive e start-up Marietta Tidei, che molto bene conosce la questione Enel, – attacca la Attig – non abbiano minimamente pensato alla situazione drammatica di Civitavecchia. Possibile mai che, con tutto il rispetto, Comuni come Artena, Carpineto Romano, Colleferro, Gavignano, Gorga, Montelanico, Segni, Vallepietra e Valmontone, abbiano suscitato tanto interesse alla nostra Consigliera regionale tanto da far passere in secondo piano la vertenza Enel che da anni incombe sul nostro territorio sul cosiddetto Carbon Exit? Possibile mai che la deputata Tidei si ricorda che esiste sua città quando deve diventare la Pattumiera di Roma? Certamente i giochi di palazzo per una maggioranza puntellata hanno prevalso sulla povera Civitavecchia in favore della ormai inadeguata Virginia Raggi. Serve chiarezza e in fretta! Il giochetto subito anni or sono, con la riconversione a carbone non sarà mai più consentito. Ad oggi la centrale è praticamente spenta, e questo da un punto di vista ambientale è un bene per tutta la popolazione. Ma questo avviene non perché Enel abbia avuto un rigurgito di coscienza rispetto ai tanti morti per tumori; ma solo per un mero calcolo di strategia economica aziendale che ad oggi, però, non è dato sapere. L’unica cosa certa è che Enel continua a trattare il nostro territorio come una mucca da mungere fino al collasso.
L’attuale amministrazione, a pochissimi giorni dal suo insediamento, grazie alla tempestiva ed inequivocabile presa di posizione da parte del Sindaco Ernesto Tedesco ha pronunciato un no secco a questo ennesimo “strupro” della città. Un comportamento esemplare, quasi da encomio, se paragonato al silenzio assordante, da parte di chi per anni a livelli istituzionali superiori non ha fatto nulla per ovviare a ciò. Solo mere insignificanti passerelle. Oggi la nostra amministrazione a poco meno di un mese, si trova a dover far fronte all’ennesima crisi produttiva che investe non soltanto tutto l’indotto che orbita in Enel, ma anche trascina con se anche il Porto di Civitavecchia. Anticipare l’uscita dal Carbone fissata nel 2025, cinque anni e mezzo prima, senza un piano preciso, dove l’unica certezza è aver messo in ginocchio imprese locali dell’indotto oltre che centinaia di lavoratori di settore, non può essere tollerato! Enel non può e non si deve permettere di decidere il bello e il cattivo tempo facendo contestualmente il muro di gomma. Il Comune di Civitavecchia è il primo soggetto Istituzionale a cui deve rendere conto. Noi non passeremo 5 anni dormienti di Amministrazione, come i 5 stelle. Il Movimento è passato dalle battaglie annunciate contro i “poteri forti” e contro i “soldi sporchi di sangue” agli sconti milionari (300 milioni) per investimenti sulle rinnovabili, ed ad altri regali ad ENEL. Il 26 maggio la città ha reciso definitivamente il cordone ombelicale con ENEL. l’ENEL ed i suoi allegati (5 stelle, PD, ecc) se ne facciano una ragione soprattutto per rispetto delle tante Aziende locali costrette anzitempo e senza preavviso ad adottare contratti di solidarietà e licenziamenti. Se “qualcuno” pensa che tutto questo possa essere sottaciuto o che si possa cancellare con un colpo di spugna il passato con il gravissimo tributo che la città ha pagato in termini di salute e che purtroppo, continuerà a pagare per gli anni futuri .. sbaglia di molto. Enel deve risarcire il danno prodotto ad un territorio ormai fortemente compromesso per effetto della sua ingombrante presenza ad iniziare con la restituzione dei 300 milioni di euro. Una diversa possibilità di sviluppo industriale della nostra città è possibile anche senza Enel”.