Eolico offshore: ci siamo quasi. La Tyrrhenian Wind Energy ha presentato nei giorni scorsi al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica l’istanza per il rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale nell’ambito del provvedimento unico in materia ambientale relativa al progetto di un parco eolico offshore al largo delle coste di Civitavecchia”. Si tratta dello step successivo al deposito, avvenuto lo scorso 13 agosto, da parte del consorzio GreenIT, composto da Eni Plenitude, Cassa Depositi e Prestiti e Copenhagen Infrastructure Partners presso il MASE dello studio di impatto ambientale e del progetto definitivo del “Tyrrhenian Wind Power”.
Parliamo dell’ormai famoso impianto galleggiante che sorgerà a largo delle nostre coste, a circa 30 chilometri, e che sarà composto da 28 turbine che svilupperanno una potenza complessiva di 540 megawatt. L’istanza per il rilascio della VIA rappresenta l’ultimo passaggio dell’iter autorizzativo necessario alla realizzazione del megaprogetto da 2 miliardi e 200 milioni di euro. Per quanto riguarda i tempi per l’ottenimento del provvedimento, ci si aspetta una certa celerità, in modo che entro la fine dell’anno il documento sia pronto e dal 2024 si possa procedere con l’effettiva apertura dei cantieri.
Non solo. Nel frattempo e parallelamente si lavora anche per prevedere un hub per la produzione, l’assemblaggio, il trasporto, l’installazione e la manutenzione delle pale eoliche che andranno a comporre i vari parchi in via di costruzione in Italia ed in Europa, ovvero la parte più consistente del progetto in termini di sviluppo e occupazione per il nostro territorio. L’idea è quella di mettere in piedi un consorzio di imprese che possano richiedere gli spazi a terra, le banchine, della Darsena Grandi Masse. Un tema di cui si è parlato anche ieri a Milano, in occasione di un incontro voluto da ANIE, Federazione che rappresenta le imprese elettroniche ed elettrotecniche italiane, ed Elettricità Futura che hanno riunito istituzioni, imprese e Associazioni nazionali ed europee per spiegare come l’Italia è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante e, in prospettiva, leader della filiera tecnologica in Europa. Insomma, l’eolico offshore, al momento, rappresenta una strordinaria occasione, oltre che l’unica risposta concreta alla decarbonizzazione di Torre Valdaliga Nord. Un progetto che, inspiegabilmente, non vede ancora l’effettivo coinvolgimento delle istituzioni cittadine e che risponderebbe anche al grido d’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Fiom Cgil, che ha indetto lo stato di agitazione per la situazione di assoluta incertezza relativa al futuro dei metalmeccanici impegnati a TVN.
One Comment
giovanni
Io spero soltanto che prima possibile mi venga dato torto assoluto.
Ma c’è un ma molto lungo: Ancopra nessuno si è espresso circa la valutazione ambientale con venti che possano effettivamente permettere la produzione di energia elettrica in modo abbastanza continuo nella zona scelta dal consorzio GreenIT.