Non sempre il silenzio è sinonimo di immobilità. Nel caso del cantiere ex Privilege, anzi, è proprio il contrario. Tace, come ha sempre fatto d’altronde, la Tankoa, la società genovese che costruisce yacht di medie e grandi dimensioni e che ha ottenuto dall’Autorità Portuale la concessione temporanea per l’utilizzo del capannone più grande nell’area della ex Mattonara. Ma se le orecchie hanno poco o nulla da fare, gli occhi, viceversa, svolgono il loro compito primario e vedono. Vedono un movimento di umani, sì proprio loro, come non si vedeva nell’area da anni. Diciamo da un decennio, da quando vennero apposti i sigilli al cantiere dopo la incredibile e fallimentare esperienza della Privilege Yard.
Qualcosina, poi, si era visto per gli interventi di messa in sicurezza da parte della Royalton, la società maltese subentrata nel frattempo, dello scafo P430, l’ormai famoso “sarchiapone”, per altre momentanee operazioni, ma niente di più. Adesso, invece, all’interno e all’esterno del capannone numero 1 si vede che si sta lavorando alacremente. E chiedendo ad alcuni operatori mentre escono dal cantiere si viene a sapere che sono più d’una le ditte locali che sono state incaricate da Tankoa di ristrutturare il capannone per renderlo idoneo a ospitare i primi scafi che dovranno essere assemblati prima di essere inviati a Genova, dove saranno ultimati col montaggio delle apparecchiature e degli allestimenti interni. A quanto pare attualmente sarebbero una trentina i lavoratori impegnati nelle operazioni di ripristino della struttura, danneggiata dal lungo periodo di inattività e per quanto riguarda la copertura, da una serie di danni subiti dall’impianto fotovoltaico in occasione dei vari episodi di maltempo e in particolare dalla tromba d’aria che si abbattè su Civitavecchia nel settembre di due anni fa. E, sempre a quanto pare, i lavoratori sarebbero impegnati in un’autentica lotta contro il tempo per far aprire il cantiere entro la prima quindicina di giugno, anche perché entro la fine del mese dovrebbe arrivare il primo scheletro di uno degli yacht per i quali Tankoa ha ricevuto l’ordinativo e che sarà il primo ad essere assemblato nel cantiere navale di Civitavecchia. E questa, in un periodo di assolute vacche magre e di chiacchiere su faraoniche prospettive di sviluppo alle quali non credono neanche quanti le fanno, non può che essere considerata un’ottima notizia per la città.