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La Face to Face non poteva costruire, lo conferma anche il Consiglio di Stato. La decisione è arrivata martedì scorso, quando la Quarta Sezione ha depositato la sentenza riguardante la costruzione di due palazzine al civico 69 di via Terme di Traiano e rigettando i ricorsi che erano stati presentati dalla società contro una precedente sentenza del Tar. Si è concluso così un processo amministrativo complesso e lungo cinque anni.
La vicenda, come si ricorderà, aveva avuto inizio nell’ottobre 2010 con l’abbattimento di un piccolo manufatto, poiché la Face to Face, nuova proprietaria dell’area, aveva appunto in programma la costruzione di due edifici, in virtù anche di una variante del Piano Regolatore votata dal consiglio comunale. A seguito di un esposto, la Magistratura ha poi aperto un’inchiesta e posto sotto sequestro il cantiere. Quindi, l’allora dirigente all’Urbanistica ha provveduto all’annullamento in autotutela della D.I.A., la denuncia di inizio attività in edilizia, per la mancanza dell’autorizzazione paesaggistica. La Face to Face è ricorsa al Tar del Lazio, avanzando le richieste di annullamento del procedimento di autotutela che aveva bloccato l’edificazione, e chiedendo un risarcimento danni al Comune di 400mila euro, ma il Tar ha respinto entrambe nel luglio 2014. Stesso epilogo, come detto, anche al Consiglio di Stato, che ha respinto a sua volta sia la domanda di annullare il procedimento in autotutela, sia quella di avere un risarcimento danni da Palazzo del Pincio. Dopo la bocciatura, il Consiglio di Stato ha anche condannato la società al pagamento delle spese legali. Mentre si chiude così il capitolo amministrativo, resta ancora aperto quello penale, che vede quattro imputati: la progettista, il direttore dei lavori, l’amministratore della società e l’ex consigliere comunale a sostegno della giunta Moscherini, accusati a vario titolo di abuso edilizio e d’ufficio, violazione delle norme al vincolo paesaggistico e smaltimento illecito di rifiuti speciali. La prossima udienza si terrà giovedì prossimo, per le altre è stata stilata una calendarizzazione per evitare che il processo finisca in prescrizione. Processo nel quale il Comune si è costituito parte civile.