“La difesa è fermamente convinta di poter dimostrare in giudizio l’insussistenza dei fatti addebitati a Gianluca Branco che dalla vicenda in esame ha subito esclusivamente danni sia sotto il profilo della propria immagine di serio professionista che di onesto cittadino”. È il passaggio chiave di una nota dell’avvocato Cesare Gai, legale del pugile civitavecchiesi, in merito all’articolo sul rinvio a giudizio per il suo assistito per i reati di frode assicurativa e concorso in falso in atto pubblico. L’avvocato spiega che il processo è alle battute iniziali e la difesa ritiene di possedere strumenti adeguati a contrastare e demolire in dibattimento l’ipotesi accusatoria, peraltro allo stato affidata alle interessate risultanze di un’indagine svolta per conto di ente assicuratore costituitosi parte civile.
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Nota integrale:
“Relativamente all’articolo comparso sull’edizione del 9 maggio 2022 del quotidiano Corriere della Sera, inserto Cronaca di Roma, con il quale si dava notizia dell’avvenuto rinvio a giudizio del Sig. Gianluca Branco per i reati di “frode assicurativa” e concorso in falso in atto pubblico, articolo ripreso da altre testate giornalistiche e siti internet mi permetto di evidenziare sinteticamente quanto segue.
La difesa è fermamente convinta di poter dimostrare in giudizio l’insussistenza dei fatti addebitati al Sig. Gianluca Branco che dalla vicenda in esame, peraltro estremamente risalente nel tempo, ha subito esclusivamente danni sia sotto il profilo della propria immagine di serio professionista che di onesto cittadino, respingendo al mittente le accuse anche nel corso di un articolato interrogatorio.
Il processo è alle battute iniziali e la difesa ritiene di possedere strumenti adeguati a contrastare e demolire in dibattimento (unica sede deputata) l’ipotesi accusatoria, peraltro allo stato affidata alle interessate risultanze di un’indagine svolta per conto di ente assicuratore costituitosi parte civile.
Tanto si doveva per ribadire in questa sede il concetto di ritenere legittima una doverosa informazione giudiziaria che non si trasformi, come spesso accade, in una impropria gogna mediatica preventiva, in contrasto con il chiaro principio di una generale presunzione di innocenza, sancito dalla nostra Carta Costituzionale”.
Avvocato Cesare Gai