“Apprendiamo con grande dispiacere delle tensioni registratesi, anche ieri, presso il comune di Civitavecchia per il trasferimento del personale da Hcs a Csp”. Inizia così una nota del sindacato Fesica.
“Eravamo stati purtroppo facili profeti – prosegue la nota di Fesica – nel pronosticare che quello che è un passaggio, che in tutta Italia si fa con una PEC, a Civitavecchia sia diventata una battaglia campale i cui effetti si trascineranno per mesi se non per anni. Fesica tiene a ricordare come sia stata sistematicamente, e irregolarmente, esclusa da ogni tipo di coinvolgimento. Probabilmente si sarebbe potuto dare un contributo per evitare il disastro che si va delineando. Al di là della rilevanza penale delle condotte che, al Sindacato, poco interessano, sebbene elementi di dubbia liceità appaiono piuttosto evidenti, va stigmatizzato il clima surreale creato intorno alla vicenda. Certo sarà la Magistratura inquirente a valutare i fatti denunciati da molti lavoratori e verbalizzati ieri dalla Polizia Giudiziaria. Il sindacato non può però non prendere atto che il datore di lavoro ha creato le peggiori condizioni possibili. Dividere in due gruppi i lavoratori, applicare la Legge ad un gruppo e pretendere che un altro gruppo dovesse porre in essere conciliazioni ‘volontarie’ per ridursi i diritti acquisiti, rappresenta una delle più opache iniziative che il Sindacato ricordi. E’ del tutto evidente che la discriminazione (ripetiamo assolutamente inutile, stante le cristalline disposizioni di Legge) e la violenza con cui è stata posta in essere giustificano i diciannove lavoratori che hanno deciso di depositare un esposto in sede penale. Ma ben più grave è la prospettiva che si apre all’interno della società. Se addirittura in diciannove hanno ritenuto di aver subito un reato, immaginiamo quanti e quali saranno i contenziosi del lavoro in sede civile. Una società che parte con decine di contenziosi, con una altissima probabilità di soccombenza, e può contare su 10.000 euro di capitale sociale, è evidentemente una società in cui oltre a non esserci la benché minima condizione per lavorare serenamente probabilmente non c’è più futuro, già oggi al primo giorno di attività. L’unica speranza che De Leva, che è apparso persona di buon senso e decisamente più preparato dell’armata brancaleone di consulenti e sedicenti avvocati che hanno gestito la questione fino ad ora, si dissoci da tale follia e ristabilisca quantomeno il rispetto della Legge. In questo senso, a lui vanno i migliori auguri della Fesica”.