“L’Articolo di stampa , riportato tra “ L’Attualità “ di TRC Giornale di ieri, a firma del Direttore, con il titolo “IL PORTO TRA INCIUCIO E TAMBURELLE” non ci convince, in quanto strumentale nella sua genericità e finalizzato, a nostro avviso, a sminuire quella che è la reale, drammatica, attuale situazione di crisi, non solo del Porto, ma di tutto il network laziale, attraverso una non meglio circostanziata e chiara denuncia, fatta di nomi e cognomi dei sindacalisti e delle e sigle sindacali che sarebbero coinvolte nel “telecomandare “ le assunzioni che si afferma essere state effettuate in quest’ultimo periodo da alcune Impresa del Porto”.
“Come sindacato unitario Cgil e Uil, non ci stiamo e non vogliamo essere accumunati in una generica denuncia. Se qualche Impresa portuale poi, che non ha chiesto l’attivazione della Cassa Integrazione per i propri dipendenti, ha avuto la necessità anche di dover assumere, è giusto che l’abbia fatto. Come e con chi l’abbia fatto, a noi non ci è dato sapere. E’ un problema aziendale. Che il Presidente del Porto si dichiari impegnato al massimo per il mantenimento degli attuali organici del Porto e per un suo possibile incremento è cosa ovvia, visto e considerato che è pagato, anche abbastanza bene, per fare tra l’altro anche questo. Sarebbe strano se dichiarasse di impegnarsi per fare il contrario. La stranezza è che, anche con tutte queste belle dichiarazioni di buone intenzioni, le preoccupazioni, reali, dei lavoratori, la cui maggioranza oggi nel porto stanno in cassa integrazione a zero ore, con stipendi ridotti e che non intravedono aprirsi spiragli positivi all’orizzonte, di belle parole e buone intenzioni sono poco interessati, vorrebbero vedere atti concreti che diano certezze. Se non ci fosse poi stato il blocco dei licenziamenti previsto per Legge dal Governo, molti di essi avrebbero già rischiato il posto di lavoro. Questo che sta attraversando il nostro scalo portuale è un momento drammatico ed è la peggiore crisi che abbia mai dovuto affrontare, accentuata e ampliata soprattutto dalla pandemia da coronavirus. Bisogna saperla affrontare con coraggio e determinazione, predisponendo e usando tutti gli strumenti straordinari a propria disposizione. Noi rappresentiamo i lavoratori e il nostro ruolo è difendere e tutelare il loro lavoro. Per realizzare questo, bisogna difendere anche le Aziende e le Imprese del Porto a sopravvivere. Stiamo insistentemente chiedendo al Presidente del Porto, che è la massima Autorità di garanzia del lavoro all’interno del porto, di usare gli strumenti straordinari a Sua disposizione in un momento straordinario di grave crisi a difesa del lavoro e del Porto. Per quanto ci riguarda abbiamo assicurato il nostro massimo impegno e sostegno a chi oggi è chiamato ad agire e attuare soluzioni straordinarie. Non bastano e neppure sono esaustivi dei problemi del nostro network gli aiuti annunciati dal Governo, se e quando poi questi arriveranno. Non possiamo aspettare, pena vedere perire e chiudere le Aziende con il risultato di perdere non solo e soltanto forza lavorativa ma anche quel poco di lavoro che è ancora rimasto in porto”.
Le Segreterie Unitarie di Filt/Cgil e Uiltrasporti (Alessandro Borgioni e Gennaro Gallo)
Avrei potuto rispondere all’articolo dei due esponenti sindacali di Cgil e Uil, magari invitandoli ad essere un pochino più chiari nella scrittura e a non confondere i ruoli (il direttore di Trcgiornale è Antonio Bandinu e non io), ma credo che, andando a leggerlo con una certa attenzione, pur nella complessità della esatta comprensione, confermi, al di là dei nomi e dei cognomi dei protagonisti della vicenda, che quanto scritto nella prima parte del mio articolo non era campato in aria. Credo che sia più che sufficiente a farsi un’idea della questione. Senza alcuna supposizione.
Maurizio Campogiani
1 Comments
Loredana
L’articolo di Campogiani è degno di qualche giornaletto di gossip, quei giornali che normalmente riportano chiacchiericci vari e sguazzano nella melma.
Se realmente l’autore voleva fare giornalismo e non giornalettismo, faceva nomi e cognomi, prendendosi le responsabilità del caso senza lanciare il sasso e nascondendo la mano … ma tanto poi per fortuna del “giornalista” ci ha pensato la Cgil, che invece di trattare l’articolo con la sufficienza del caso, è intervenuta.
La peggiore Civitavecchia