I lettori più attenti del trcgiornale ricorderanno un articolo apparso su questo quotidiano telematico lo scorso 19 gennaio. Era trascorsa una settimana dalla fragorosa e scoppiettante conferenza stampa svoltasi a Palazzo del Pincio alla presenza del Ministro Salvini nella quale, tra l’altro, venne illustrato il progetto riguardante la cessione, dal Comune all’Autorità Portuale, delle aree della ex centrale di Fiumaretta destinate a diventare una piattaforma logistica per il trasporto e lo stoccaggio di prodotti agroalimentari. In quell’articolo, veniva ricordato come, negli anni, soprattutto all’inizio del decennio scorso, era emerso più volte il problema riguardante la possibile presenza di idrocarburi e metalli nel sottosuolo di un’area che per quasi quattro decenni aveva ospitato una centrale termoelettrica allora particolarmente inquinante.
Sempre in quell’articolo, si ricordava di una perizia svolta nel 2012, che aveva appunto evidenziato come nel sottosuolo non fossero presenti margherite e garofani, ma qualcosa di più complicato, che avrebbe potuto avere conseguenze importanti non solo sul piano ambientale. Da allora si era parlato della necessità, anche legale, di effettuare la bonifica del sottosuolo, e soprattutto della falda che diffondeva le sostanze in luoghi distanti dalla ex centrale termoelettrica, al fine di garantire la salute degli abitanti del territorio. Il problema torna d’attualità adesso, quando, a quattro mesi dalla fragorosa e scoppiettante conferenza stampa, ci si accorge che quella bonifica non è mai stata fatta. Possibile, viene da chiedersi, che in oltre dieci anni tutto sia caduto nel dimenticatoio e che si sia siglato un protocollo d’intesa alla presenza di un Ministro della Repubblica senza conoscere a fondo la questione e, soprattutto, i costi della bonifica? E allora capita che il silenzio venga rotto da qualche documento ufficiale che adesso spunta fuori e che fa capire come, in realtà, la questione non fosse affatto finita nel dimenticatoio. E’ il caso, ad esempio, di una notifica firmata dall’allora sindaco Tidei il 24 maggio 2013 e inviata alla Regione, all’allora Provincia di Roma e all’ufficio rifiuti e bonifiche di Arpa Lazio. La notifica prende spunto da una conferenza di servizi che ha riguardato l’ex Officina del Gas, struttura che si trova tra l’area della ex centrale di Fiumaretta e il mare, nella quale era stato dimostrato che “l’inquinamento presente è stato caratterizzato anche da inquinanti non riconducibili alle attività svolte per la produzione del gas, ma da idrocarburi policiclici aromatici specifici di attività dovute a utilizzo e/o movimentazione di oli combustibili”. In quella notifica, il Comune, “considerato che indagini ambientali disposte dall’amministrazione cittadina avevano evidenziato la presenza di idrocarburi e metalli pesanti sia nel suolo che nelle acque sotterranee, confermando una situazione di inquinamento diffuso” comunicava che sarebbero state attuate le misure di prevenzione previste dall’articolo 242 del Decreto Legislativo 152 del 2006. In quell’articolo di legge vengono descritte le procedure da seguire, a tutti i livelli istituzionali, dopo l’individuazione di un sito che presenta un alto indice di inquinamento. Qualche mese dopo Tidei venne sfiduciato, il Comune fu commissariato e, probabilmente, la cosa per un po’ di tempo finì nel dimenticatoio. Ma non venne però dimenticata definitivamente.
4 Comments
giovanni
Due grandi edifici più tutti gli uffici che stanno andando in malora e tutti i nostri grandi politici lo sanno benissimo ma sanno anche che la loro demolizione e grande ricostruzione potrà portare nelle tasche degli amici degli amici tanti soldini.
Per l’inquinamento sotterraneo se fossero davvero attaccati alla salute dei cittadini dovrebbero far fare una serie di carotaggi a distanza per fare una verifica dell’estensione.
E’ lo stesso film dell’ex italcementi, quello sì che inquina con le centinaia di metri quadrati di amianto all’aria libera che respiriamo e quello che sta sotto terra che nessuno conosce perchè ance lì si utilizzava moltissimo combustibile minerale i cui residui stanni lì.
francesco
Che si facciano le bonifiche, se queste servono a tranquillizzare. Non capisco però quale sia il problema. Può anche darsi che sottoterra ci sia qualche traccia di polvere di carbone e qualche grumo o strato di olio combustibile rappreso, ma sono comunque sostanze che non percolano. La loro pericolosità sta semmai quando bruciando ne respiriamo i gas. Forse non ci avete mi pensato, ma noi camminiamo tutti i giorni su degli strati di idrocarburi della peggior specie. L’asfalto infatti è costituito dai residui del petrolio estratto dai pozzi dopo che con la distillazione sono state estratte benzine, gasolio oli lubrificanti ed altre sostanze più volatili. I metalli pesanti? Mica sono sostane radioattive o le dobbiamo ingerire o respirare. La Tuscia, ricca di terre vulcaniche, e i monti dell’Amiata, ne sono pieni. Pensate invece a quante porcherie, farmaci e droghe finiscono con le urine e le feci nei gabinetti di casa e vanno a finire nel nostro porto e quindi in mare scavalcando la capacità di depurazione del nostro impianto.
giovanni
In effetti con Fiumaretta si stà giocando sporco:Ricordo che a un certo punto si parlò dell’autorità portuale che aveva intenzione di installare nell’area dell’ex centrale un grande centro commerciale per spillare qualche soldo ai gitanti in rientro sulla nave.
Ci fu una rivolta dei commercianti sponsorizzata da qualche politico che bocciarono l’ipotesi.
Ora forse gli stessi hanno capito che se trattavano avevano la possobilità di inserirsi in quell’attività.
E per continuare a bloccare il progetto chi ritiene di stare fuori dai giochi ha tirato fuori questa possibilità di inquinamento.
Pensateci solo un poco .
1 – Tutta l’area è di proprietà di Civitavecchia
2 – se qualcuno è andato in crociera avrà visto che il percorso per il rientro a bordo si deve passare attraverso una zona dedicata allo shopping
3 – nel caso di vendita all’autorità portuale si fa un accordo sul 50% di chi dei locali dovrà aprire negozi nell’area e in più la realizzazione delle strutture andrà realizzata da aziende cittadine a gara.
Pensando su quanto incasserà Civitavecchia con questi accordi per chiudere le discussioni, se i nostri amministratori hanno a cuore gli interessi della città organizzano una serie di sondaggi per verificare la situazione sotterranea dopo di che se ne riparlerà.
Perchè sino ad ora sono solo sospetti e chiacchiere.
giovanni
Pensateci solo un poco .
1 – Tutta l’area è di proprietà di Civitavecchia
2 – se qualcuno è andato in crociera avrà visto che nel percorso per il rientro a bordo si deve passare attraverso una zona dedicata allo shopping
3 – nel caso di vendita all’autorità portuale si fa un accordo sul 50% di chi dei negozianti locali dovrà aprire negozi nell’area e in più la realizzazione delle strutture andrà realizzata da aziende cittadine a gara.
Pensando su quanto incasserà Civitavecchia con questi accordi per chiudere le discussioni Ciitavecchia dovrebbe organizzare una serie di sondaggi per verificare la situazione sotterranea dopo di che se ne riparlerà.