“Non chiamateci, per favore, sibille o peggio ancora Cassandre ma il giorno stesso in cui veniva decretato la vittoria del SI al referendum, e di fatto la bocciatura della politica della esternalizzazione dei servizi, avevamo detto che sarebbe decaduta la politica moscheriniana del passaggio a terzi di servizi essenziali per la cittadinanza”. Inizia così la nota di Futuro e Libertà sulla vicenda di Hcs.
“Adesso questa Amministrazione ha pensato bene, in barba a quanto deciso da tutti gli italiani civitavecchiesi compresi – dichiara Massimiliano De Cinti, presidente di Fli – di vendere le quote della società Hcs a presumibili acquirenti che, in caso di ricorso da parte dei cittadini, si troverebbero però in mano un pugno di mosche atteso che, appena firmato dal Capo dello Stato l’esito referendario e quindi reso efficace il risultato della tornata elettorale, tutto ciò che era non potrà più essere. La paura è che Moscherini stia cercando di anticipare i tempi, in maniera furbesca, al fine di poter mettere le mani su un cospicuo gruzzolo che lo aiuterebbe a coprire i troppi fallimentari buchi di bilancio comunale e delle aziende di proprietà del Comune e presentarsi l’anno prossimo come una vergine vestale. Non possiamo accettare che ancora una volta questa Amministrazione umili i cittadini, come fa tutti i giorni. I civitavecchiesi meritano qualcosa di più di queste patacche di amministratori pronti solo a cercare sedie, strapuntini e poltrone, parlando di un libro dei sogni mai aperto e la cui unica frase finale non sarà certo “e vissero felici e contenti”. Non ci sarà più neanche il bisogno di andare in Grecia per vedere le conseguenze di un default finanziario, perché al collasso economico e finanziario ci sta lentamente trascinando il pifferaio magico. Al Sindaco e alla Giunta, ammesso che conti qualcosa – conclude De Cinti – chiediamo di fermarsi se veramente vogliono bene, come loro dicono, a Civitavecchia e ai suoi abitanti”.