“Un attimo prima il giornalista gli aveva fatto notare che Larini era un investitore abusivo, che non era nemmeno iscritto all’Albo dell’Autorità di vigilanza del Canton Ticino e che la sua Fondazione era stata la principale e più ingenua vittima, spennata di ben 25 milioni in una truffa che arriva a 40 con una serie di piccoli privati.
Per il Sole 24 ore, la Cariciv è la pecora nera, quella che porta i soldi all’estero quando avrebbe dovuto tenerli all’interno del sistema bancario e soprattutto rispettare le regole imposte da Mef e Acri: mai più di un terzo del capitale allo stesso investitore. Eppure, viene detto chiaramente, avrebbe avuto tutti i mezzi per difendersi.
A seguire il presidente del Collegio sindacale Bastari colto nell’intento di confezionare un messaggio falsamente rassicurante, ma assolutamente ingannevole anzitutto nei confronti degli organi societari e poi dell’opinione dei cittadini.
Al suo infelice esordio sulla stampa prova a sostenere che il capitale non è diminuito, ma aumentato da 44 milioni nel 2002 a 49 a fine 2016. “Dimentica” che nel 2014 il capitale ammontava a ben 64,1 milioni grazie alla vendita degli sportelli bancari al San Paolo e tralascia di dire che in quei 49 milioni iscritti attualmente a bilancio sono ancora compresi anche i 19 portati in Svizzera e affidati nelle mani del truffatore Larini. Risultato: in realtà il capitale disponibile è di 27.903.185,24 euro (confronta pagina 4 della relazione al bilancio 2016) e negli ultimi tre anni sono stati bruciati 14,3 milioni.
Bastari , per il delicato incarico che ricopre, dovrebbe sapere meglio di chiunque che i conti versano in gravi condizioni e che l’attuale gestione passa da una truffa a un fallimento.
L’ultimo è la cessione lampo del ramo d’azienda che comprende la televisione. L’imprenditore prescelto, dopo appena 15 giorni, ha mandato tutti a casa e non ha mantenuto gli impegni. Ora la Fondazione vuole fare marcia indietro e riprendersi tutto. Così cresce la sensazione che il primo che passa sia capace di prendere per il naso la Fondazione. Meglio il silenzio”.
FABIO ANGELONI