Nonostante l’archiviazione da parte della Procura relativamente all’esposto, continua il lavoro delle associazioni che si battono contro il Forno Crematorio.
“Anche se il Gip ha archiviato il nostro esposto – afferma Francesco Cristini del Comitato Punton de’ Rocchi – ci ha dato ragione. L’esposto era organizzato in tre parti: errori amministrativi nella gara d’appalto, la mancanza della paesaggistica nella delibera 285, le violazioni urbanistiche ed edilizie. Sulle prime due il Giudice non ha rilevato dolo e quindi non c’è rilevanza penale. Successivamente si capirà se qualche funzionario non ha ottemperato alle sue mansioni. Sulla terza è stato archiviato tutto perché le norme inserite non hanno valenza come Piano Regolatore e quindi non sono vincolanti. Il problema è che il cimitero nuovo è fornito di un vero e proprio Piano Regolatore, approvato con delibera, solo che in tutto l’iter del forno crematorio la delibera non viene mai citata. Non è vero che non si sapeva della conoscenza di questa delibera, nelle determine dal 2014 al 2016 se ne fa cenno. Il Giudice indirettamente ha detto che se ci fosse stato un Piano Regolatore allora sarebbe stato abuso edilizio, ma il Piano c’è”.
“Stiamo valutando – spiega Roberto De Vito del Comitato “In nome del popolo inquinato” – se fare una denuncia-querela, oppure rivolgerci ad altre procure. Già nel 2014 in qualsiasi convenzione si parlare della delibera 285, per cui il funzionario ne conosceva l’esistenza”.