"Il progetto appena presentato per il porticciolo della Frasca sembra avere connotati abusivi, poiché non è previsto nel Piano Regolatore Portuale, e peraltro sembra che sia un'opera concepita per agevolare la società Gavio e i suoi soci". Non usa mezzi termini Giancarlo Farini, ex presidente della IV Circoscrizione che sia durante il periodo di governo dell'organo decentrato sia successivamente si è occupato da vicino della nota vicenda relativa alle opere di compensazione per la pineta della Frasca. In primo luogo Farini ricorda che "i due decreti V.i.a. del 1997 e del 2000 in cambio dell'ok ai lavori di ampliamento del porto prescrivevano una serie di compensazioni alla Frasca, mai attuate.
L'unica realizzata – prosegue ancora Farini – era quella per la messa a dimora della posidonia, che però non ha attecchito e che quindi, secondo quanto era previsto da un ben preciso accordo, doveva essere nuovamente rimpiantata". Farini ricorda poi una nota del 2003 con la quale "il Ministero dell'Ambiente ai sensi della legge 349/86 configurava l'ipotesi di un danno ambientale nel caso in cui le compensazioni non fossero state realizzate".
Ma nella sua succinta cronistoria di questi oltre dieci anni di inadempienze l'ex presidente ricorda soprattutto alcune lettere di quelli che oggi sono importati amministratori in seno alle diverse istituzioni. Alvaro Balloni nel 2002 "in qualità di segretario dei Ds aveva scritto una lettera all'allora ministro Pietro Lunardi sollecitando attenzione e interventi proprio rispetto a queste opere di compensazione. Era in buona compagnia. Con lui infatti – precisa ancora – c'era anche l'onorevole Enrico Luciani, consigliere regionale ma ancora oggi membro del Comitato Portuale. Anche lui allora si preoccupava della Frasca mentre sembra che ad oggi la sua attenzione sia calata. Infine c'era anche l'onorevole Pietro Tidei, che comunque sembra che alla ripresa dei lavori parlamentari dovrebbe presentare sull'argomento un'interrogazione". Venendo al merito del progetto della Frasca, vale al pena ricordarne le dimensioni: un chilometro e mezzo di estensione lungo la costa e un chilometro e 200 metri verso mare, per 60 ettari di piazzale, previa realizzazione di una cassa di colmata.
"Approdi leggeri per i diportisti – afferma ancora Farini – si possono realizzare in tempi brevissimi e senza impatto, ma non è questo il caso del porticciolo". E mentre la politica ancora si attarda a discutere e dibattere incapace di avere un'idea chiara, l'Autorità Portuale va avanti nel suo iter: sono già state affidate infatti le prospezioni archeologiche richieste dal Ministero per l'opera, dopo di che si procederà con l'espletamento della valutazione di impatto ambientale. Da parte sua Farini ha indirizzato una lettera al vice-presidente del Senato, Vannino Chiti (Pd) e al presidente della Commissione Ambiente del Senato, Antonio D'Alì (Pdl), per informarli della situazione e per chiedere "il rispetto della legalità".