“Ieri mattina, nella cornice del Teatro Traiano, si è svolta la giornata di studi incentrata sulla figura di Luigi Calamatta aperta alle scuole medie, superiori ed a tutta la cittadinanza. Moderatore del convegno, la giornalista Rita Busato che ha introdotto gli ospiti, tra cui la Dott.ssa Maria Antonella Fusco, Dirigente dell’Istituto Nazionale per la Grafica; il Dott. Fabio Fiorani, Storico dell’Arte, Istituto Nazionale per la Grafica; la Dott.ssa Enrica Foschi, Restauratore/Conservatore Consulente tecnico-scientifico del Comune e la Dott.ssa Lucia Ghedin, dall’Istituto Nazionale per la Grafica”.
“In tale occasione, sono state rese note al pubblico interessanti spiegazioni di carattere teorico seguite, al contempo, da videoproiezioni incentrate, per lo più, sulle opere dello stesso. Da annoverare “La Maschera di Napoleone” del 1834, in cui era possibile osservare ben tre opere, realizzate con tecniche differenti, che raffiguravano l’Imperatore Francese; “Paolo e Francesca” del 1848 la cui tragica storia è riproposta, dal Sommo Poeta, nel V canto infernale della Divina Commedia; “Il volto di Luigi XIII” del 1836 e “La Gioconda” del 1857 che realizzò e perfezionò in ben vent’anni. Si è lungamente discusso sulle innumerevoli difficoltà che si annidano in tale campo artistico: la precisione negli intagli che caratterizzano gli abiti e le stoffe, la riproduzione delle forme, i giochi di luci ed ombre attraverso un’attenta selezione di tonalità della scala di grigi, dal bianco al nero, per le sfumature attraverso un linguaggio di tagli e punti. Numerose le tecniche impiegate per tradurre le opere originali. Il Calamatta sfruttò infatti sia quelle dirette, mediante l’uso del bulino e della puntasecca su metalli duri come rame e ottone, che quelle indirette tramite l’acquaforte, l’acquatinta ed il lapis disegnando prima in modo dettagliato su matrice, poi incidendo con l’acido ed infine passando con il bulino per alleggerire o meno l’intaglio. Osservando le diapositive ripensavo alla bellissima esposizione attualmente allestita al Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia dove, fino a domenica 25, è possibile vedere i tesori del Calamatta, l’amato concittadino di fama internazionale che, grazie alla sua abilità artistica, si contraddistinse in tutta Europa”.
Sara Fresi
Segretario Associazione Socio Culturale Il Trittico