I finanzieri del Comando Provinciale di Roma, con la partecipazione di militari della Tenenza di Cecina, stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 105 milioni di euro, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale Ordinario di Roma, nei confronti di un sodalizio dedito alla commissione di reati di frode fiscale, indebita compensazione di debiti tributari con crediti inesistenti, truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato. La misura cautelare riguarda disponibilità finanziarie su conti correnti, titoli azionari, quote societarie e beni immobili siti nelle province di Roma, Latina, Frosinone, Bologna, Milano, Salerno e Vibo Valentia, direttamente o indirettamente riconducibili agli indagati e alle società coinvolte.
Le indagini, svolte dal II Gruppo della Guardia di Finanza di Roma-Lido di Ostia, con il coordinamento della Procura della Repubblica capitolina hanno permesso di delineare l’esistenza di un’organizzazione criminale, ideata e gestita da quattro soggetti principali – tra commercialisti e ragionieri – che, attraverso la costituzione di una vera e propria ragnatela di società fantasma (cd. cartiere) su cui “distribuire” oneri tributari e previdenziali, ha garantito ad altre società compiacenti ingenti e indebiti risparmi di imposta.
Più nel dettaglio, il meccanismo fraudolento si incentrava sul coinvolgimento di persone disposte a rivestire l’incarico formale di legale rappresentante (cd. “teste di legno”) delle società fantasma, facenti parte del complesso ingranaggio, e sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, quale strumento per la maturazione di fittizi crediti verso l’Erario da utilizzare, attraverso il meccanismo della compensazione, per il saldo degli oneri contributivi.
La frode si articolava su tre distinti livelli funzionali in relazione alle diverse posizioni assunte dalle molteplici società interessate: un primo livello, costituito dalle società effettivamente beneficiare dell’intero meccanismo di frode; un secondo livello, composto da soggetti giuridici “interposti”, esistenti solo sulla carta, deputati all’assunzione formale di lavoratori (in realtà dipendenti delle predette società beneficiarie), al connesso accollo degli obblighi contributivi e all’emissione di fatture per operazioni inesistenti (sempre in favore delle beneficiarie) quale strumento per la creazione di fittizi crediti IVA, utilizzati per neutralizzare i costi delle retribuzioni del personale.
Questa biunivoca interazione fraudolenta veniva, infine, completata dalla operatività di un terzo livello di società cartiere, funzionali esclusivamente all’emissione di fatture false in favore delle società interposte, per consentire a queste ultime di compensare con i fittizi crediti IVA il debito maturato nei confronti degli enti previdenziali per i contributi dovuti
in qualità di apparenti datori di lavoro. Tale meccanismo permetteva, pertanto, alle società beneficiarie di non sostenere alcun esborso per il costo del lavoro – se non limitatamente a quanto spettante, quale stipendio netto, ai dipendenti – e, al contrario, impediva all’Erario e agli Istituti previdenziali e assistenziali di incassare quanto effettivamente loro dovuto.
Le Fiamme Gialle del II Gruppo di Ostia, con la partecipazione di personale della Tenenza di Cecina, stanno quindi operando i sequestri di conti correnti, libretti di deposito, titoli azionari, quote societarie ed immobili nella disponibilità delle società coinvolte e degli indagati fino alla concorrenza dell’importo complessivo di € 105.414.696,73, pari al controvalore della frode accertata, avvalendosi anche dell’ausilio dei Reparti del Corpo alla sede di Milano, Bologna, Salerno e Vibo Valentia.